La Commissione europea nega i fondi alle città che discriminano la comunità LGBTI

La Commissione Europea nega i fondi a 6 città polacche che si sono proclamate “libere dall’ideologia LGBTI”. L’ha comunicato il commissario europeo per l’uguaglianza, Helena Dalli, con una nota pubblicata su Twitter il 28 luglio 2020 che afferma: ”I valori e i diritti fondamentali dell’UE devono essere rispettati dagli Stati membri e dalle autorità statali. Questo è il motivo per cui sono state respinte 6 domande di gemellaggio di città che coinvolgono autorità polacche che hanno adottato risoluzioni anti LGBTI”. Ancora non sono stati resi noti i nomi delle città.

Nello scorso dicembre il Parlamento Europeo aveva votato una risoluzione con la quale esprimeva “profonda preoccupazione per il crescente numero di attacchi contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) nell’UE da parte di Stati, funzionari statali, governi nazionali e locali e politici” verificatesi in vari Paesi europei. Ma in particolare il Parlamento a maggioranza – 463 voti favorevoli, 107 contrari e 105 astenuti – condannava “l’istituzione dell’inizio del 2019 delle aree libere dall’ideologia LGBTI adottata da parte di parte di decine di comuni, contee e regioni del sud-est della Polonia” alle quali tramite “circolari non vincolanti, i governi locali sono stati invitati ad astenersi dall’intraprendere qualsiasi azione che incoraggi il rispetto verso persone LGBTI ed evitare di fornire assistenza finanziaria alle ONG che lavorano per promuovere la parità di diritti. Il Parlamento europeo esorta le autorità polacche a revocare tutti gli atti che attaccano i diritti delle persone LGBTI. Inoltre, i deputati chiedono alla Commissione di monitorare come vengono utilizzati tutti i finanziamenti comunitari, sottolineando che tali fondi non devono essere utilizzati a fini discriminatori”.

Dalle parole ai fatti. La Polonia non ha retrocesso dalle sue posizioni omofobiche e oggi è arrivata la risposta dell’UE negando alle 6 città la richiesta di aderire al programma di gemellaggio dell’Unione Europea che fin dagli anni Cinquanta del Novecento collega amministrazioni comunali e comunità di diversi Paesi per promuovere integrazione e unione tra i cittadini dell’Unione, attraverso scambi culturali ed economici. I gemellaggi, infatti, ricevono finanziamenti fino a diverse decine di migliaia di euro.

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