L’importanza di essere Oscar Wilde. Storia di una dinastia

Lo scrittore e giornalista irlandese Oscar Wilde, moriva a Parigi il 30 novembre 1900. Centoventicinque anni fa: una data che Dublino, la sua città natale dal 16 ottobre 1854, sta commemorando con tante iniziative.

Esponente dell’estetismo britannico, famoso per la sua scrittura apparentemente semplice, in realtà frutto di una meticolosa ricerca e sempre raffinata, (es. il romanzo: Il ritratto di Dorian Grey o la commedia: L’importanza di chiamarsi Ernesto), famoso e, spesso citato, a tutt’oggi per i suoi aforismi, ma anche per la sua sventura fatale a cui fu sottoposto perché omosessuale.

Inghilterra: reato da condannare con la pena di morte dal XVI al XX secolo

Il re Enrico VIII nel 1533 aveva promulgato il Buggery Act, prima legge contro la sodomia che puniva  gli omosessuali con la pena di morte,  riconferma e nel 1563 la regina Elisabetta (figlia di Enrico) le conferì valore perpetuo. Venne sostituita nel 1861 con la cancellazione della  pena di morte a favore dell’ergastolo  come pena massima.

Soltanto nel 1967 l’omosessualità cessò di essere considerata un reato e venne depenalizzata in Inghilterra e nel Galles, nel 1980 in Scozia e nel 1982 nell’Irlanda del Nord.

Una secolare legge oppressiva che oltre a condannare a morte perseguitò ed emarginò tanti individui e i loro discendenti, come accadde a Oscar Wilde e ai figli.

Il matrimonio e i processi

Dopo un matrimonio, all’inizio felice, con la giornalista e scrittrice Constance Lloyd e la nascita di Cyril e Vyvyan, la coppia si allontanò, con Oscar Wilde che preferiva vivere in albergo.

Nel 1895 lo scrittore, per la sua relazione con il giovane Alfred Douglas (noto come Bosiedal 1891), subì due processi che segnarono la sua vita.

Il primo vedeva Wilde accusare per calunnia John Sholto Douglas, marchese di Queensberry e padre di Alfred, ma il procedimento giudiziario gli si ritorse contro perché vennero presentate in tribunale le prove raccolte dagli investigatori a soldo del marchese della sua omosessualità.

Da qui partì il secondo processo che vide Wilde imputato per sodomia e condannato a due anni di carcere e lavori forzati, una pena che minò per sempre la sua salute. Fu detenuto dal novembre 95 a maggio del 97 al carcere di Reading Gaol.

In carcere, nonostante la fatica e le condizioni di stenti incluso la mancanza di un letto, lo scrittore scrisse il De profundis (sarà pubblicata postuma nel 1905) e improntò The Ballad of Reading Gaol, una commedia poetica basata su questa dolorosa esperienza, che terminerà e sarà pubblicata nel 1898, da Leonard Smithers, unico editore disposto ad avere contatti con Wilde, anche se le prime copie non recavano il nome dell’autore.

L’addio al Regno Unito, l’aiuto della moglie e la povertà

Wilde era autore famoso sia in Europa sia negli Stati Uniti d’America. Ma ciò non lo salvò dallo scandalo. La maggior parte dell’intellighenzia anche oltre manica, lo abbandonò e terminata la detenzione nel 1897, Wilde, non avendo dove andare lasciò la Gran Bretagna per non tornarci mai più.

Continuò all’estero a frequentare Alfred Douglas ed essendo entrambi privi di reddito, vivevano con quanto ricevevano da Constance e dalla madre del secondo.

Finché entrambe li ricattarono di tagliargli i viveri se avessero continuato a frequentarsi. I due amanti prima andarono a vivere in case separate per poi concludere definitivamente il loro rapporto una volta trasferitesi dall’Italia a Parigi nel 1898.

In Francia conobbe la povertà, Constance era venuta a mancare nell’aprile dello stesso anno, ma terminò The Ballad, che una volta pubblicata ebbe molto successo.

La morte nel 1900

Nel 1900 Wilde subì un intervento chirurgico, il motivo non è chiaro, ma la sua salute peggiorò. Morì, a 46 anni, come anticipato, il 30 novembre a Parigi, secondo alcuni studi per un’otite contratta in prigione, degenerata in un’infezione irrecuperabile per cure inadeguate. Dal 1909 le sue spoglie riposano presso il parigino cimitero di Père-Lachaise.

La riabilitazione nel 1995

Soltanto nel 1995, nella Westminster Abbey di Londra, nel cosiddetto “angolo dei poeti”, è stata installata una vetrata commemorativa di Wilde.  Dopo quasi un secolo il Regno Unito riabilitava Oscar Wilde.

Dai procedimenti giudiziari, Constance, pur non divorziando da lui, cambiò il cognome dei loro figli (e per sé stessa) in Holland, affinché non fossero associati allo scandalo paterno e portò lo scrittore a rinunciare ai doveri parentali. Constance morì a 39 anni a Genova e le sue spoglie sono sepolta nel Cimitero monumentale di Staglieno.

Da Wilde a Holland

Cyryl  e Vyvyan

I figli Cyril e Vyvyan continuarono a chiamarsi Holland come la loro discendenza. I parenti di Constance dopo la sua morte, cercarono di mantenerli lontano dal padre.

Cyril abbracciò la carriera militare e perse la vita a trent’anni in combattimento durante la Prima guerra mondiale.

Vyvyan, per via dell’anatema lanciato al padre, non venne ammesso all’Università di Oxford. Scrittore e traduttore, partecipò ad entrambe le guerre mondiali e nella seconda fu corrispondente per la BBC. Scrisse Son of Oscar Wilde. In seconde nozze ebbe il figlio Merlin, nato nel 1945,  unico nipote e, ad oggi, penultimo discendente in linea diretta di Oscar Wilde.

Merlin,  l’instancabile biografo della verità provata

Biografo, Merlin Holland ha dedicato la sua vita allo studio della vita e delle opere del nonno paterno ed è stato il primo editore della versione integrale degli atti processuali di Wilde.

Sulla trascrizione completa del primo processo ha composto l’opera teatrale The Trials of Oscar Wilde, rappresentata nel 2014 nel Regno Unito.

Fra le sue pubblicazioni ricordiamo A Portrait of Oscar Wilde, basandosi sui manoscritti e lettere costuditi presso la Morgan Library & Museum.

Sempre attivo a ristabilire la verità, Merlin Hollande è stato in polemica con altri biografi di Wilde come Richard Ellmann e nega che la nonna Constance sia morta per sifilide (contratta dal marito Oscar): fu, piuttosto, vittima di sclerosi multipla. Anche Oscar non soffrì mai di sifilide.

Lucian, eredità letteraria e tecnologia. Oscar Wilde nel 21° secolo

Figlio di Marlin, Lucian Hollande, classe 1979, porta Oscar Wilde e la sua eredità letteraria nel 21° secolo. Di formazione umanistica, assecondando l’esigenza di pensiero critici e capacità analitica anche della tecnologia, si dedica da tempo allo sviluppo dei software, architettura web e innovazione digitale.

Da classicista a sviluppatore, Lucian è l’esempio di come le discipline umaniste sono complementari alle scientifiche così, come dovrebbe essere il passato con il futuro, come dimostra anche la storia della sua famiglia.

Oscariana

Dal 16 al 19 ottobre 2025 si svolgerà la terza edizione di Oscariana,  festival per celebrare la nascita di uno dei figli più grandi d’Irlanda a Dublino, nella casa d’infanzia di Wilde  e in altri luoghi della città.

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