Cristina Roccati. La donna che osò studiare Fisica

Emerge dal lontano Settecento il nome di Cristina Roccati che va  ad alimentare il bacino nascosto delle scienziate,  così trascurate dalla storia e dal tempo e, pertanto, dalla memoria collettiva e individuale.

L’evoluzione della conoscenza e della ricerca storica, soprattutto dal Novecento a oggi, ha favorito una crescente consapevolezza delle discriminazioni di genere e la volontà di riscattarle.

Questo sguardo attento al passato permette di restituire il giusto riconoscimento a figure femminili ingiustamente dimenticate, illuminando non solo il loro operato, ma anche le società in cui vissero, rivelandone una complessità più ricca e sfaccettata.

Il papà anticonformista

Scopriamo, infatti, che Cristina Roccati proveniva da una famiglia particolarmente illuminata di Rovigo, tanto che il padre, scoperta la brillante mente della fanciulla, l’antepose all’erede maschio nell’accesso agli studi. E fu così che Cristina, a soli 15 anni, pur accompagnata da una zia e da un precettore, varcò la soglia all’Università di Bologna, prima allieva “fuori sede”. Siamo a metà del Settecento.

A dispetto del tratarello misogino

Per comprendere la mentalità aperta e anticonformista di papà Roccati basterà ricordare che, in quegli stessi anni, l’anatomista Petronio Zecchini (1739 – 1793)  dell’ ateneo bolognese,  asseriva che le donne non pensavano col cervello, per cui  “i loro errori andavano perdonati perché a causarli è l’utero che le fa agire contro la loro volontà”.

Le convinzioni di Zecchini sono esposte con pulcra chiarezza nel suo saggio Di Geniali della Dialettica delle donne, ridotta al suo vero principio“, diede alle stampe in forma anonima nel 1771,  in cui derideva la matematica milanese Maria Gaetana Agnesi affermando che la struttura femminile non rende adatti agli studi.

Il saggio fu prontamente contrastato e messo alla berlina dalla matematica Agnesi (1718 – 1799), ma un concetto così ampiamente diffuso nella società, sembrò trovare un fondamento teorico a tale pre-giudizio che si protrasse per secoli.

La terza laureata italiana fu in fisica

Cristina Roccati proseguì il suo cammino accademico e nel 1751 si laureò in Filosofia Naturale (che comprendeva anche la Fisica), diventando la terza italiana a ottenere il titolo accademico, dopo Elena Cornaro Piscopia e Laura Bassi (con quest’ultima mantenne una fitta corrispondenza).

Come leggiamo nel magazine dell’Università di Padova, che riporta gli studi della studiosa Marta Cavazza, Cristina Roccati può essere considerata la “prima vera studentessa universitaria”, poiché Elena Lucrezia Cornaro Piscopia a Padova e Laura Bassi nello Studio bolognese (che divenne poi anche docente) avevano ottenuto il titolo dottorale, ma si erano formate seguendo le lezioni di precettori privati e non nelle aule universitarie.

Nel 1749 fu insignita dalla carica di “consigliatrice della nazione veneta”, il massimo riconoscimento per uno studente dell’ateneo bolognese.

Cristina proseguì gli studi all’Università di Padova approfondendo la fisica newtoniana. A causa di un dissesto economico fu richiamata a Rovigo dove, pur prendendo in mano l’andamento familiare, non rinunciò alla “sua” fisica, tenendo un corso presso l’Accademia dei Concordi.

Nel 1754 la nostra scienziata fu eletta Principe dai membri dell’Accademia. Sebbene la nomina non fosse unanime, la sua abilità nell’insegnamento della fisica galileiana e newtoniana prevalse ancora una volta.

L’Accademia dei Concordi fu istituita per iniziativa del conte Gaspare Campo con l’obiettivo di riunire nel suo palazzo letterati e studiosi locali per discutere di letteratura, musica e arte (1580). Nel 1739 con l’approvazione del nuovo Statuto, si occupa anche di scienze e di agricoltura.

Il titolo di Principe era un’onorificenza riservata ai membri più illustri dell’istituzione. Esso indicava una posizione di grande prestigio, assegnata a studiosi o personalità di spicco che si distinguevano per il loro contributo alla cultura, alla scienza e alle lettere.

Il fatto che Cristina Roccati fosse nominata Principe dell’Accademia è particolarmente significativo perché testimonia il riconoscimento ufficiale delle sue competenze e del suo valore intellettuale in un’epoca in cui le donne raramente ottenevano tali onori.

Tra scienza e poesia

Celebrata anche come poetessa da varie Accademie, compresa l’Arcadia di Roma, Cristina Roccati continuò a comporre e declamare i suoi versi durante la sua carriera scientifica.

In particolare nell’Accademia dei Concordi le fu riconosciuto il titolo di poetessa già all’età di 15 anni. Mantenne relazioni amicali ed epistolari con scienziati e letterati dell’epoca.

..”Nonostante già «dall’età di anni quattordici con l’indefesso studio poté rendersi abile a
scrivere elegantemente in poesia non meno italiana, che latina, fu sempre molto restia a
pubblicare le sue fatiche poetiche ritenendole non degne degli onori della stampa, nonostante le
tante richieste di amici e ammiratori, come ci racconta anche Vincenzo De Vit, che scrive di lei nel secolo successivo: «Nessuna collezione abbiamo delle sue poesie italiane e latine sia stampata sia manoscritta. Ancor vivente alcuni dei suoi concittadini voleano pubblicarne buon numero in un volume riunite, ma ella si oppose“. (da Cristina Roccati: una donna tra scienza e poesia nel secolo dei lumi di Valeri Puccini)

La morte la colse a Rovigo il 16 marzo 1797, all’età di 65 anni.

La mostra biografica

Gli appunti e una sessantina di lezioni preparate di Cristina Roccati, pervenuti fino a noi, fanno parte della mostra La donna che osò studiare fisica, che racconta la sua vicenda umana e scientifica a Palazzo Roncale di Rovigo, a cura di Elena Canadelli, su idea di Sergio Campagnolo e che rimarrà aperta fino al 21 aprile 2025.

Il suo nome nello spazio

Il nome di Cristina Roccati è fra quelli degli scienziati con i quali saranno battezzati i 34 mini-telescopi del satellite, della Missione PLATO, che l’Agenzia Europea della Spazio lancerà nel 2026, con l’obiettivo di individuare esopianeti simili alla Terra.

L’Italia dunque ha avuto un ruolo pioneristico nell’istruzione femminile, in quanto le prime donne con una laurea ufficiale, sono proprio le scienziate suddette, tuttavia la prima donna che ottenne un dottorato in Filosofia è considerata la barcellonese Juliana Morell, titolo che acquisì in forma extra-universitaria.

 

Mostra: La donna che osò studiare fisica;

dove: Palazzo Roncale – Rovigo;

quando: fino al 21 aprile 2025 – prorogata fino al 29 giugno 2025

 

Per saperne di più : Cristina Roccati: una donna tra scienza e poesia nel secolo dei lumi

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.