Torre Specola. Da porta agli inferi a via delle stelle

La Specola – Oggi i telescopi planetari ti portano a due passi dal cielo in quel planisfero celeste che svela ogni giorno agli scienziati cose nuove, ma un tempo gli astronomi, quasi tutti, scrutavano l’Universo dalle torri.

Si dice che Galileo Galilei, quando visse a Padova tra il 1592-1610, osservasse il cielo con il suo cannocchiale, anche se non salì mai sulla Torre Specola perché adibita solo 250 anni dopo ad osservatorio.

Comunque dalla finestra della sua casa scoprì le vallate e le montagne sulla superficie lunare e scrutò gli astri “medicei” e le 4 lune di Giove.

Fu infatti Giovanni Poleni ai primi del ‘700 che posizionò vari cannocchiali sulla Specola, costruita nel 1761 con 1000 ducati e che divenne la cattedra di Astronomia fondata dal Toaldo, arciprete di Montegalda.

Dagli inferi alle stelle

Quella Torre che un tempo era nota come porta verso le ombre infernali, in quanto carcere, sotto l’auspicio dei veneti aprì la via agli astri.

Tutto questo lo si legge nei versi in latino scritti proprio nel 1771 dall’abate Toaldo.

Perché fossero possibili le osservazioni la Torre doveva superare l’altezza di tutti gli edifici adiacenti e, ancor oggi, ogni visitatore può vedere le celle dove erano rinchiusi i malfattori.

Queste  torri esistono in molte parti del mondo: Parigi, Cambridge, Oxford, Vienna, Bologna, Pisa e Genova, ma sicuramente quella di Padova ha le origini più antiche.

In effetti il primo nome che è collegato a questa torre è Ezzelino III da Romano che, nel 1242, divenne famoso per la sua tirannia e ne fece luogo di reclusione per tutti i suoi avversari.

Poi i signorotti Carraresi nel 1374, in quel loro castello, aggiunsero la Torlonga come fortificazione rendendola ricca con decorazioni preziose sia all’interno che all’esterno.

La Repubblica di Venezia il 26 maggio1761 la consegnò all’Università di Padova che la trasformò in osservatorio costruendo all’interno la sala Meridiana e la sala della Figure.

In seguito fu costruita una nuova cupola per accogliere il rifrattore di Mertz.

 Visitatori illustri

Oggi in questa torre vi è un museo astronomico tra i più importanti del mondo e continua ad essere visitato da moltissime persone esperte e no di astronomia e tra i tanti personaggi che lo hanno visitato spicca il nome di Goethe che la descrisse nel suo diario di viaggio.

Come disse Galileo

Galileo diceva che scoprire che cosa c’è oltre le nuvole è come liberare il mondo, e che si deve conoscere quello che i nostri occhi non possono vedere perché solo così capiremo la leggerezza che si nasconde dietro ogni verità.

Cerchiamo, dunque, di ammirare che cosa c’è nel nostro cielo, così lontano ed infinito, saliamo su ogni torre specola che incontriamo nel nostro viaggiare. Forse scopriremo che in noi c’è il desiderio di essere dei Galileo Galilei, perché i regali che la vita ci riserva, talvolta non si possono ricevere due volte.

 

Immagine: Padova, Torre Specola del XIII secolo, oggi Museo dell’Astronomia

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