21 marzo. Celebriamo con la poesia le ali dell’uomo

21 marzo, primo giorno di primavera, il risveglio simbolico della natura  che l’Unesco celebra dal 1999 come Giornata Mondiale della Poesia, che dedichiamo al popolo ucraino  che è costretto a fuggire, che assiste alla sua vita che si sgretolarsi ogni giorno, che rimane sul campo e al popolo russo che dissente nonostante la repressione, alla famiglie russe  i cui giovani figli muoiono in guerra senza sapere di essere in guerra, alle vittime di ambo le parti.

Lo dedichiamo alla pace, alla profondità umana dello sguardo universale del poeta che non conosce confini e chiusure.

Le ali

È vero, per chi ha le ali il suolo non serve.

Se non c’è terra, ci sarà il cielo.

Se non c’è un campo, sarà la libertà.

Se non c’è un amore, saranno le nuvole.

E questa è la verità degli uccelli.

Ma per l’uomo? Com’è per l’uomo?

Vive sulla terra, e non sa volare.

Ma ha le ali. Sì, ha le ali!

E sono ali non di penne e piume,

ma di verità, di onore, di fede.

Qualcuno le ha come fedeltà in amore.

Altri come eterna aspirazione.

Altri come onestà nel lavoro.

Altri come generosità e premura.

Altri come canzoni o speranza.

Altri come poesia, o come sogni.

L’uomo non sa volare…

Ma ha le ali. Sì, ha le ali!

Lina Kostenko

“Una vecchia poesia di Lina Kostenko, grande scrittrice ucraina novantaduenne, che nella sua lunga vita ha visto e subìto  il Holodomor, l’occupazione nazista, la seconda guerra mondiale, la censura, le miserie e l’ostracismo del regime sovietico, la pandemia, e ora la guerra di Putin contro il suo popolo libero”. (Luigi Marinelli – ordinario di Slavistica (Lingua e letteratura polacca), presso la Sapienza Università di Roma.

Sono nato…

Sono nato e cresciuto nelle paludi baltiche, dove

onde grigie di zinco vengono a due a due;

di qui tutte le rime, di qui la voce pallida

che fra queste si arriccia, come il capello umido;

se mai s’arriccia. Anche puntando il gomito, la conchiglia

dell’orecchio non distingue in esse nessun ruglio,

ma battiti di tele, di persiane, di mani,

bollitori su fornelli, al massimo strida di gabbiani.

In questi piatti paesi quello che difende

dal falso il cuore è che in nessun luogo ci si può celare e si vede

più lontano. Soltanto per il suono è ostacolo:

l’occhio non si lamenta per l’assenza di eco.

Iosif Brodskij

Iosif Aleksandrovič Brodskij, noto anche come Joseph Brodsky (Leningrado, 24 maggio 1940 – New York, 28 gennaio 1996), è stato un poeta, saggista e drammaturgo russo naturalizzato statunitense. Brodskij fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1987 e nel 1991 e nominato poeta laureato (United States Poet Laureate). Scrisse principalmente in russo, fatta eccezione per i saggi, che scrisse in inglese. È considerato uno dei maggiori poeti russi del XX secolo.

Fortezza di Orsk, 1848

Abbraccio con lo sguardo,

Questa steppa e questi campi;

Mi concederà Iddio misericordioso,

Mi chiedo, di rivedere, vecchio, la libertà?

Vorrei andare in Ucraina,

Vorrei andare a casa,

Mi direbbero “bentornato’,

Gioirebbero per questo vecchio;

Riposare un po’ laggiù potrei,

Pregando il Signore,

Là potrei… Ma che vale anche solo

A ciò pensare, non ne vien nulla.

Com’è possibile in schiavitù

Passa la vita, senza speranze?

Ditemelo voi, buona gente,

Sennò impazzisco… .

Taras Ševčenko 

 

Taras Ševčenko (Morynci, Ucraina 1814 – San Pietroburgo, Russia 1861), poeta, scrittore, pittore e umanista ucraino, pilastro della letteratura e della stessa lingua ucraina.

 

 

Immagine di copertina: dipinto di Taras Ševčenko

 

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.