Warsaw Mummy Project. La mummia incinta e la sopravvivenza del feto
Il team di scienziati polacchi impegnati nel progetto Warsaw Mummy Project che hanno individuato la prima mummia egiziana incinta (fino al 2016 considerata i resti di “un prete maschio”), hanno scoperto come il feto sia riuscito a conservarsi nell’utero della donna per circa 2mila anni.
Secondo i ricercatori – riferisce El Pais – si deve a un processo simile a quello della produzione dei “cetriolini sottoceto”, lo stesso motivo però che ha distrutto le ossa fetali e “ne ha impedito l’individuazione fino all’anno scorso”.
L’antropologa Marzena Ozarek-Szilke e l’archeologo Wojciech Ejsmond, a capo del team, hanno spiegato al quotidiano spagnolo che dopo la morte “il pH dei fluidi corporei cambia e inizia la produzione di un tipo specifico di acido chiamato formico”.
Nel caso della mummia incinta, prima che fosse sottoposta alla mummificazione, questo processo ha creato un ambiente acido al suo interno che ha sciolto le ossa del feto (ma non i suoi tessuti molli, ndr); poi la pratica della mummificazione ha asciugato il corpo della donna e anche il feto è diventato “una mummia dentro una mummia”.
“È la prima volta che abbiamo due diversi tipi di mummificazione nello stesso corpo” ha dichiarato Ozarek-Szilke.
La Signora misteriosa
I resti (mummia e sarcofago) di quella che oggi sappiamo essere la mummia incinta – soprannominata dagli scienziati The Mysterious Lady (La Signora Misteriosa) – furono portati a Varsavia nel 1826 dall’architetto e appassionato di egittologia, Jan Węzyk-Rudzki e donati all’Università della città.
Erano etichettati come i resti di un sacerdote di nome Hor-Djehuty. Soltanto nel 2016, quando l’equipe di Wojciech Ejsmond ha proceduto alla scansione della mummia, si è scoperta la verità: si trattava di una donna e per di più incinta.
Le conclusioni della scoperta pubblicate sul Journal of Archaeological Science dal 2021 evidenziano come “le ossa erano troppo delicate per essere quelle di un uomo, mancavano gli organi riproduttivi maschili e una ricostruzione tridimensionale ha rivelato anche la presenza del seno”.
Ma la sorpresa più grande è stata nell’aprile 2021 quando, attraverso le analisi radiologiche e altri esperimenti, il gruppo scientifico ha scoperto l’esistenza del feto tra la 26-30° settimana di gestazione al momento della morte della donna che doveva avere tra i 20 e 30 anni di età.
Proseguendo le indagini, gli scienziati sono arrivati a capire le condizioni della sopravvivenza del feto.
Come era considerato un feto nell’antico Egitto?
Rimane da risalire alle ragioni “per le quali il feto non è stato rimosso dall’addome materno al momento della mummificazione”. Questione che pone ai ricercatori e agli studiosi nuove domande sulle credenze spirituali degli antichi egizi: come era considerato un bambino non nato? Aveva un anima? Raggiungeva l’aldilà? Era parte della mamma o un essere indipendente? Oppure questa mummia è soltanto una strana è un’ anomalia?
L’inchiesta sulla Signora Misteriosa continua.
Immagini diffuse da Warsaw Mummy Project: 1) ricercatori del progetto con la mummia ‘The Mysterious Lady’; 2) la mummia mentre viene esaminata, nel tondo a destra la tomografia computerizzata, visibile nella fotografia 3.