Rita Di Giovacchino. Giornalista senza bavaglio

È morta di Covid 19 la giornalista Rita Di Giovacchino, all’ Ospedale Spallanzani di Roma, dove era ricoverata da circa un mese.

Una penna sempre in prima linea quelle della Di Giovacchino occupandosi di cronaca giudiziaria, prima presso l’Agenzia Ansa, poi a Il Messaggero e infine con il proprio blog sul sito de Il Fatto Quotidiano. Ha scritto numerosi libri sui misteri dell’Italia; fra tutti ricordiamo Il libro nero della Repubblica: 1960-2018, pubblicato da Castelvecchi editore.

Il giornalista Paolo Brogi, nel lungo post che le dedica dalla propria pagina Facebook, ci racconta che Rita Di Giovacchino “prima del ricovero avrebbe dovuto vaccinarsi. Le avevano proposto l’Astrazeneca ma erano i giorni della polemica…. È andata così”.

Sì, perché tutte le informazioni esitanti e poi contraddittorie da parte dei vari enti e agenzie preposti nazionali e internazionali e le discordanti posizioni e decisioni dei vari Paesi dell’UE che hanno accompagnato il vaccino AstraZeneca hanno creato confusione e incertezza; hanno lasciato a noi cittadini l’ardua (spesso impossibile) scelta; per decidere ci hanno consegnato esclusivamente la formula “costi-benefici” che può valere se si ragiona in termini di macronumeri ma che rapportata alla scelta individuale sembra una sorta di roulette russa.

Non pensiamo di esagerare scrivendo che per molti è stata (è) una tragedia nella tragedia. Tutte le persone che non possono accedere ai vaccini RNA messaggero (che a oggi sono quelli che mostrano più sicurezza ed efficacia) hanno bisogno di tempo per codificare su se stessi la formula “rischi-benefici”, per raccogliere informazioni e capire i vantaggi e le controindicazioni dell’adonovirus AstraZeneca (poi battezzato Vaxzevria, nome che non usa nessuno). Ma nel frattempo il contagio corre. È va così… .

Rita Di Giovacchino, nata a Bergano – classe 1947,  si è spenta il 2 maggio 2021, coincidenza del destino, alla vigilia della Giornata mondiale della Libertà di Stampa; lei giornalista che aveva seguito da vicino il caso Moro, Orlandi, e le uccisioni dei giudici Falcone e Borsellino, lei “giornalista di grande competenze, capace di andare dritta per la propria strada senza contare troppo sui traguardi raggiunti nella professione” conclude Paolo Brogi. Lei, giornalista senza bavaglio.

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