Formazione trans-artistica sulle rive del Danubio

Che l’arte sia l’espressione culturale per eccellenza in grado di costruire ponti di amicizia, collaborazioni, integrazioni, contaminazioni rinnovabili e salubri è un concetto diffuso e assimilato in ogni parallelo e meridiano del nostro pianeta e, chissà, anche oltre. Ed è a questo proposito che vi parliamo di un Istituto di formazione che potremmo definire l’emblema della società artistica internazionale: il Transart Institute, un istituto d’arte austriaco, finanziato esclusivamente dagli artisti stessi.

Una TRAS – FORMAZIONE ARTISTICA in cui il significato  di trans (al di là) è da intendersi come trasformazione, innovazione. Un processo di cambiamento della forma che è sostanza, sostanza che è forma. Programmi didattici con una vocazione didattica di tipo di learning blended. Quella didattica mista (in presenza ed online) tanto auspicata nel recente passato, e di estrema attualità per ragioni più epidemiche che metodologiche.

Una trans-comunità come sfida artistica e sociale per il futuro. Non ci sono barriera d’eta, di orientamento sessuale, di religione. Gli studenti hanno la possibilità di creare un percorso formativo personalizzato lavorando sull’arte e progetti di ricerca con il supporto  deì mentori scelti. Il blended learning consente di continuare una vita professionale mentre si partecipa al programma. Le borse di studio sono offerte sulla base dei meriti artistici e delle necessità finanziarie.

Per molti anni, l’Istituto ha erogato un Master di Belle Arti  riconosciuto internazionalmente come laurea magistrale, assegnata dalla Danube University Krems in collaborazione con la Danube University. Attualmente il Master è in esaurimento e il Transart Istituto offre il  Creative Research PhD . Gli artisti che lo frequentano sono animati da una prospettiva di ampio respiro che gli permetta di diventare parte di una comunità artistica internazionale.

Il  programma triennale a “bassa residenza” (per bassa residenza si intendono soggiorni intensivi di breve durata). Una modalità che da sempre ha caratterizzato i corsi del Transart Institute Le date e la durata dei corsi intensivi variano da 4 a 14 giorni. Si può studiare ovunque, lavorando, portando avanti ricerche indipendenti con il supporto di gruppi di consulenza individuale e di confronto tra pari.

Il programma è costruito attorno alla pratica e ai soggiorni intensivi che offrono l’opportunità di incontrare altri artisti, curatori e scrittori internazionali affermati; partecipare a presentazioni, simposi, forum, seminari di ricerca e laboratori di attualità, proiezioni, escursioni culturali, conferenze, presentazioni tra pari. Il dottorato di ricerca creativa è per tutti coloro che hanno un progetto o una domanda specifica la cui pratica incarna o essenzialmente guida le loro ricerche.

Transart 2.0

La piattaforma Transart 2.0, potenzia e incrocia lo scambio artistico e culturale tra ricercatori creativi per includere collaborazioni tra le istituzioni stesse. Con 16 anni di scambio di ricerca creativa globale, come istituzione indipendente, i progetti di ricerca si muovono sia iin una dimensione ndividuale che collaborativa.

Dato che gli studenti e le studentesse hanno un loro consulente educativo, non esiste un piano di studio standard né modalità specifiche su come debbano svolgersi le comunicazioni in termini di mezzi, tempo o spazio: solo linee guida. In quanto comunità globale, le discussioni, consigli, critiche e incontri spesso si svolgono attraverso Zoom, FaceTime e Skype, ma possono anche avvenire di persona, per lettera, messaggi, telefono o in una miriade di forme già consolidate o da consolidarsi.

Ogni pianificazione didattica e laboratoriale è concordata a seconda delle esigenze dei partecipanti. I seminari intensivi in presenza sono strettamente collegati e progettati in linea con le attività a distanza. I momenti “in presenza” sono vissuti fino in fondo, lontano dalle pratiche e da ambienti quotidiani, concentrati sulle proprie attività e ampiamente ricettivi verso nuovi stimoli e suggestioni. I più recenti soggiorni formativi (pre-Covid) si sono svolti a Berlino, New York City e Città del Messico.

Workshop e seminari

I workshop di ricerca durante i corsi in presenza si svolgono intorno a quattro filoni. pilastri della ricerca creativa basata sulla pratica: mappatura del campo di interesse e valutazione delle fonti; epistemologia, riflessività e pensiero critico.

Come sappiamo ciò che sappiamo? Metodi e metodologie; articolare, documentare e presentare la propria ricerca.

Ciascuna di queste aree è al centro di seminari e workshop tenuti da membri a rotazione di docenti o accademici in visita, sempre in un’accezione formativa incentrata sul modello ibrido pratico-teorico.

In queste sessioni i partecipanti esplorano i concetti e contesti filosofici e teorici rilevanti. e testano nuove idee e metodi di lavoro attraverso una serie di esercizi creativi. Questi workshop mirano a fornire  una serie di strumenti concettuali ed estetici più ampi, così da rinvigorire l’applicazione delle idee e dei processi laboratoriali alle prassi individuali di ogni partecipante. Gli argomenti culturali selezionati sono sempre di attualità, attraverso la lente dello studio sui media, letteratura, sociologia, filosofia, storia dell’arte.

Inoltre, entro i primi 3 mesi degli studi, si identificano e si seleziona il programma di formazione alla ricerca personalizzato, con il riconoscimento della Liverpool John Moores University (LJMU Doctoral Academy eDoc).

A titolo esemplificativo in merito ai workshop e incontri, si  sono chiuse a luglio le iscrizioni per le sessioni formative della consulente Transart, Dorit Cypis nell’ambito dei Peoplelab sul tema Identità, Razza e “Bianchezza” (whiteness), in modalità digitale per ovvie ragioni.

Le persone che hanno vissuto con il privilegio di essere bianchi devono recuperare e comprendere consapevolmente la sua costruzione conflittuale. Questo lavoro richiede un processo rigoroso e riflessivo per costruire un’autentica solidarietà con la comunità nera e allinearsi in co-liberazione ai valori umani dell’equità sociale. Questo lavoro richiede un processo rigoroso e riflessivo per costruire un’autentica solidarietà con la comunità nera e allinearsi in co-liberazione ai valori umani dell’equità sociale. Su come i privilegi modellino e consolidano situazioni e condizioni umane alterate e prive di senso

Interessante notare come la John Moores University sia “erede” di una piccola istituzione fondata nel 1823 a Liverpool, con l’obiettivo di formare i lavoratori della città inglese: il Liverpool Mechanics Institute, ideato da persone di potere e influenza che riconoscevano gli effetti trasformativi dell’istruzione e l’impatto che l’apprendimento e le aspirazioni possono avere sugli individui, le comunità e le società.

Le prime lezioni e lezioni  riguardavano le arti, le discipline umanistiche e la filosofia, nonché la tecnologia e l’ingegneria e le scienze mediche. Uno dei più illustri docenti fu lo scrittore Charles Dickens  (ritratto nella foto accanto), il 26 febbraio del 1844; un evento a cui parteciparono circa 1200 uomini e donne.

A cui seguì la fondazione del Liverpool Institute and School of Art e del Liverpool Nautical College, e nel 1900 Irene Mabel Marsh aprì il campus IM Marsh, pioniera dell’educazione fisica per le donne (I.M Marsh College of Physical Education) Queste organizzazioni gettarono le basi per la Liverpool John Moores University.

 

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