Verdi dopo Verdi. La creatività non ha età
Mentre continua l’imponente opera della sua digitalizzazione iniziata nel 2016, l’Archivio Ricordi diventa protagonista della mostra newyorkese Verdi Creating Otello and and Falstaff. Highlights from the Ricordi Archive, fino al 5 gennaio 2020 presso la Morgan Library and Museum.
Dopo il trionfo dell’Aida nel 1871, Giuseppe Verdi, il grande compositore di Busseto, aveva deciso di ritirarsi a vita privata. Iniziò così il periodo del “grande silenzio” interrotto soltanto dalla composizione della Messa di Requiem in omaggio ad Alessandro Manzoni in occasione della sua morte. “La dolorosa notizia della perdita di Manzoni mi spinse a scrivere la Messa di Requiem. Fu slancio del cuore, tributo di riverente affetto, espressione del mio cordoglio” scrisse Verdi al sindaco di Milano Giulio Bellinzaghi nel maggio 1874.
Ma al grande silenzio di Verdi non si rassegnavano il librettista Arrigo Boito e l’editore musicale Giulio Ricordi e tanto fecero che portarono il grande compositore a rimettersi (e il caso di scriverlo) all’opera. Il rapporto tra Boito e Verdi non era nato sotto i migliori auspici, nel passato c’erano stati contrasti e incomprensioni artistiche. Ma quando Ricordi propose a Verdi di musicare l’Otello gli disse anche che il massimo conoscitore italiano dell’autore della storia, William Shakespeare, era proprio Boito, il quale nel frattempo, aveva mutato i sentimenti nei confronti del talento del Maestro di Busseto, passando dalla contestazione alla massima stima. E tra Verdi e Boito, come raccontano i biografi, dal 1880 nacque un forte sodalizio umano e artistico. I frutti di questa collaborazione furono il rifacimento di Simon Boccanegra, l’Otello, e il Falstaff.
La mostra di New York si concentra esattamente nel periodo in cui Giuseppe Verdi riprese a comporre. Partiture, lettere, schizzi, libretti d’opera contratti (ma anche video di adattamenti recenti delle opere) dell’Archivio Ricordi raccontano la vicenda della composizione dell’Otello e del Falstaff le quali, come dicevamo, partono dai testi di Shakespeare, per cui la mostra è ampliata e completata dal materiale messo a disposizione della Biblioteca Morgan che comprende alcune edizioni antiche dei drammi del poeta inglese.
Quando Giuseppe Verdi ruppe il grande silenzio nel 1880 aveva 67 anni, quando compose la musica dell’Otello aveva superato i 70, del Falstaff gli 80: la sua biografia è un’ulteriore conferma che la creatività non ha età.
Fotografie tratte dal sito themorgan.com. exibition: 1) Giuseppe Verdi 2) Libretto di Arrigo Boito per l’opera lirica Otello di Verdi