Pompei in Cina, Antonio Ligabue a Mosca. Ed è solo l’inizio
120 opere e reperti del sito archeologico di Pompei saranno esposti in Cina dall’8 febbraio 2018 e fino al 2019 nella mostra Pompei, the infinite life 2018, organizzata nell’ambito del progetto Anno del turismo Europa-Cina.
Grazie al Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) statue, affreschi, arredi, normalmente conservati nei depositi del Museo, saranno esposti dapprima presso il Jinsha Archaeology Museum di Chengdu e, successivamente, in altre 5 mostre nel grande Paese asiatico.
Della mostra farà parte anche il calidarium della Villa della Pisanella di Boscoreale, uno delle più esaustive testimonianze – per il suo stato di conservazione – degli ambienti termali privati di età romana e al tempo stesso esempio dell’abilità idraulica dell’epoca. Smontato e rimontato per la mostra itinerante in Cina, al suo rientro in Italia il calidarium sarà esposto nella sezione tecnologica del Mann che riaprirà per l’occasione.
L’anno del turismo Europa – Cina 2018 è stato inaugurato il 19 gennaio 2018 a Venezia. Ideato dall’Unione Europea per sostenere le realtà della Comunità che ambiscono a espandere i propri interessi in Cina e negli Usa, ricordiamo fra le sue iniziative, il progetto Partnerships in European Tourism, il partenariato del turismo europeo, settore quest’ultimo particolarmente importante, essendo l’Europa la prima destinazione turistica al mondo, visitata nel 2016 da oltre 550 milioni di persone.
La mostra itinerante Pompei, the infinite life 2018 nasce in quest’ambito, grazie alla collaborazione tra la Direzione generale dei Musei del Mibact e il ChinaMuseum Ltd di Pechino.
L’internalizzazione di Antonio Ligabue
Ma c’è un’altra esposizione che rappresenta un primato dell’arte e della cultura italiana che viaggia per il mondo. La mostra dedicata alle opere di Antonio Ligabue è stata inaugurata il 25 gennaio 2018 a Mosca, presso il Museo Statale Centrale di Storia Contemporanea della Russia. L’esposizione dal titolo Antonio Ligabue lo specchio dell’anima è costituita da oltre 70 opere, tra i suoi celebri dipinti e le sculture tirate in bronzo dalle originali realizzate dall’artista con l’argilla del fiume Po, che compongono un percorso antologico della produzione artistica dell’autore.
Aperta fino all’11 marzo 2018, Antonio Ligabue – specchio dell’anima è stata curata da Marzio Dall’Acqua, Vittorio Sgarbi e Augusto Agosta Tota, quest’ultimo presidente della Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma.
Ma la mostra di Mosca non è il vero primo ingresso dell’arte di Ligabue in Russia. Infatti, il prestigioso Ermitage di San Pietroburgo dal novembre 2017, custodisce 2 sculture dell’artista svizzero vissuto nella Padania, donate dallo stesso Agosta Tota, impegnato nel progetto d’internazionalizzazione dell’opera di Antonio Ligabue.
Prima l’Asia. A breve l’America. El matt, aveva ragione
Nel 2017 la Fondazione con la concessione delle 2 opere di Antonio Ligabue, Re della foresta e Tigre assalita da serpente, ha partecipato alla mostra SerpentiForm organizzata dalla Maison Bulgari che ha toccato 2 sedi asiatiche: l’ArtScience Museum di Singapore (agosto-ottobre 2017) e il Mori Art Center di Tokio (novembre-dicembre 2017). Nel 2019 l’arte di Ligabue approderà negli Stati Uniti d’America.
Racconta Agosta Tota (nella foto a lato) che quando aveva soltanto 13 anni Antonio Ligabue, dandogli del voi, gli diceva: “Non ci crederete ma io domani sarò nei più grandi musei del mondo”. La Fondazione Archivio Ligabue, invece gli ha creduto e ha fatto delle parole dell’autore la sua missione. Dopo un attento studio e costante lavoro è riuscita a riscattare l’opera del pittore dall’inesatta classificazione di pittura naÏf e a divulgarla – con successo – a livello intercontinentale. E a rendere profetiche la parole de El matt, il sopranome dato al maestro Ligabue, che, come alcuni matt, con immaginifica lucidità, sapeva guardare ben oltre i limiti dell’orizzonte circostanziale.