15 giugno 2017. All’Onu il percorso verso il disarmo nucleare
Il 15 giugno 2017 presso la sede delle Nazioni Unite prende il via la seconda convocazione per i colloqui sulla messa al bando delle armi nucleari. Presenti i 132 Stati membri che dovranno discutere e approvare il bando entro il 7 luglio 2017.
La Conferenza per il bando delle armi nucleari è stata programmata nella Risoluzione Onu 71/258 del 23 dicembre 2016 (denominata L.41) che si prefigge di giungere a “uno strumento giuridicamente vincolante per vietare le armi nucleari, che porti verso la loro eliminazione totale”. Il testo della Risoluzione è stato proposto e redatto dall’Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Nigeria e Sud Africa e ha visto 57 Stati primi firmatari (co-sponsor).
La Risoluzione L. 41 ha ottenuto il voto favorevole di 123 Paesi, contrari 38 – Italia compresa – e 16 astenuti (dati Ican). Tra questi ultimi si elencano la Cina, l’India il Pakistan e la Svizzera.
Gli Stati appartenenti alla Nato e gli alleati degli Usa nel Pacifico e la Russia si oppongono al negoziato per un trattato multilaterale che bandisca le armi nucleari. Pur dichiarandosi pronti a collaborare per un mondo sicuro gli contrappongono un programma che prevede il disarmo nucleare attraverso un approccio “graduale e progressivo” senza una tabella ben definita.
Il 16 febbraio 2017, sempre presso la sede Onu di New York si è tenuto il primo incontro organizzativo, al quale hanno partecipato oltre 100 Paesi membri riunitisi per pianificare lo svolgimento della conferenza. In quell’occasione è stata deciso il programma della conferenza e il suo regolamento interno e scelta Elayne Whyte Gomez (foto a lato), ambasciatrice della Costa Rica, come Presidente della Conferenza. Sempre in quell’occasione è stato stabilito che per il regolamento interno verranno applicate le stesse regole dell’Assemblea Generale dell’Onu, che richiede una maggioranza dei 2 terzi sulle questioni sostanziali e una maggioranza semplice sulle questioni formali; questo per evitare che uno stato singolo sia in grado di ostacolare la volontà della messa al bando delle armi nucleari.
Dal 27 al 31 marzo 2017, come da programma, si è svolta la prima sessione della Conferenza.
Armi di distruzione di massa. Tutte al bando, meno le nucleari
Nel programma del disarmo delle armi di distruzione di massa sono state messe al bando le armi biologiche (1972, in vigore dal 1975), le armi chimiche (1993, in vigore dal 1997), dichiarate illegali per il diritto internazionale le mine antiuomo e le bombe a grappolo. A oggi, quindi le armi nucleare sono le sole armi di distruzione di massa non bandite.
Nel mondo ci sono 15mila testate nucleari attive: 150 di proprietà Usa dislocate in Europa, precisamente in Belgio (20), Germania (20), Paesi Bassi (20), Italia (40) e in Turchia (50), secondo i dati forniti dalla Federation of American Scientist.
5 gli Stati legittimati a possedere l’armamento nucleare: Stati Uniti d’America, Russia. Regno Unito, Francia e Cina, membri permanenti del Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite. Tali Stati sono stati riconosciuti e considerati ufficialmente “Stati con armi nucleari” (nuclear weapons states- acronimo NWS), dal Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) entrato in vigore il 5 marzo 1970.
Da segnalare, oltre agli Stati non aderenti al TNP ma che hanno sviluppato e sono in possesso di armamenti nucleari, l’India, il Pakistan, Israele (che non ha mai confermato il possesso) e la Corea del Nord, da prima aderente al TNP e successivamente ritiratasi nel 2001.
Il 7 luglio 2017 sapremo se sarà il giorno storico che vedrà abolite le armi nucleari.