Leonardo il supercomputer. Quinto per velocità nella Top500 del mondo
Con il supercomputer Leonardo prossimo a diventare operativo (le previsioni lo vogliono per novembre 2022) l’Italia entrerà nella 5° posizione della classifica Top500 dei computer più veloci al mondo.
Questa straordinaria macchina che occupa più di mille metri quadrati al Tecnopolo di Bologna, in questi giorni in fase sperimentale, ha una capacità di calcolo di 250 trilioni di operazioni al secondo e 100 petabyte di archiviazione. Livelli di computazione e memorizzazione in grado, dunque, di andare ben oltre le simulazioni tradizionali, aprendo strade nuove per l’innovazione nella ricerca scientifica e nelle applicazioni in campo industriale e imprenditoriale e proiettandoci verso un futuro, che ancora, forse, neanche gli esperti sono in grado di immaginare fino in fondo.
La tecnologia evasale computino di cui è dotato Leonardo è stata concepita – e viene gestita – da Cineca, il consorzio costituito da 67 università, 9 enti di ricerca, 3 policlinici, controllati dal Ministero dell’Istruzione.
Il suo costo complessivo di 250 milioni di euro e derivato in parte dalla sovvenzione della Commissione europea, in parte dal Miur, in collaborazione con i partener del progetto che sono l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e la Scuola Internazionale Superiore di Studi (SISSA) di Trieste e la restante parte dall’ Austria, Slovacchia, Slovenia e Ungheria.
Approvato dalla Joint Undertaking Europea Euro HPC (sigla quest’ultima per High Performance Computing) Leonardo sarà in grado di raggiungere e conservare la leadership dell’Unione Europea nel settore dell’alta tecnologia, al pari di giganti come USA e Cina.
A disposizione dai Paesi che hanno partecipato alla sua realizzazione, l’Italia, però nella sua qualità di Paese ospitante, avrà diritto all’uso della metà della potenza di calcolo della macchina della quale potranno usufruirne le università, gli istituti di ricerca e le aziende nazionali.
A completamento del progetto è sorto a Bologna, nel luglio scorso, il Centro Nazionale di Supercalcolo (CSC). La nascita di altri 5 centri, per la crescita della ricerca italiana, sono previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Immagine di Science- Unsplash