Le pietre contraffatte di Raimondo di Sangro. Alchimia, arte ed economia

Il primo a riprodurre artificialmente il pigmento blu, che si otteneva in natura dai preziosi lapislazzuli, è stato Raimondo di Sangro, VII Principe di Sansevero (1710 – 1771), alchimista e letterato.

Lo rivela lo studio condotto dall’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, incentrato sulla sperimentazione sui materiali del Principe, per la riproduzione artificiale delle gemme preziose. Figura affasciante quella di questo inventore poliedrico che spaziò dalle arti alle scienze, finora celebre, soprattutto, per la statua del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, che volle nel mausoleo di famiglia, la Cappella Sansevero, oggi museo, sita nel cuore di Napoli, che tanto si adoperò ad ampliare e arricchire.

La Cappella del mausoleo mostra tanti esempi delle sperimentazioni del principe quali: i colori dei dipinti della volta della Cappella di Francesco Maria Russo, inalterati dopo oltre 200 anni, per la tessitura del velo marmoreo che si adagia sul Cristo citato e dalle due macchine anatomiche, consistenti in due corpi scarnificati che mostrano dettagliatamente il sistema circolatorio.  Risultati stupefacenti delle alchimie sperimentali del principe, che mostrò grande affezione verso i colori e la colorazione del vetro.

Tornando alla nostra ricerca, condotta attraverso approfondite analisi all’avanguardia nella stessa Cappella, dimostra che il principe Raimondo pervenne alla composizione artificiale del costosissimo pigmento blu, cinquant’anni prima del chimico francese Baptiste Guimet, al quale è attribuita ufficialmente la sintetizzazione del coloro nel 1828. E anticipando di più di 10 anni il resoconto siciliano di Goethe, ritenuto dagli specialisti indizio della produzione artificiale del pigmento.

Inoltre conferma, per la prima volta, la veridicità delle fonti riguardanti il principe e le sue conoscenze e abilità scientifica a partire da una storica guida di Napoli di fine Settecento.

Lo studio, pubblicato dalla rivista scientifica Nuncius. Journal of the Material and Visual History of Science in open access, è stato condotto dai ricercatori del Centro Interuniversitario di ricerca Seminario di Storia della Scienza, in collaborazione con gli studiosi del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali di UniBa e il Museo Cappella Sansevero. Con il sostegno del Prin 2017-The Uncertain Borders of Nature.

 

Immagine: gruppo di ricerca nella Cappella San Severo di Napoli,  tratta dal sito dell’Università degli Studi di Bari – Aldo Moro, uniba.it 

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