Dipendenza da social. Effetti sullo sviluppo cerebrale

Emergenza emozionale e rischio di futuri danni per la salute mentale, per le adolescenti causata dalla sempre più diffusa dipendenza digitale. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Disease in Childhood condotto in Finlandia, esaminando 1164 studentesse di 15-16 anni di 49 scuole secondarie di II grado di 3 grandi città del Paese, Helsinki, Espoo, e Vantaa

Questo tipo di ricerca dal titolo School Health Promotion è realizzata a livello nazionale ogni 2 anni dal 2019 dal Wellbeing Services County* di, Esopoo; prima firma dello studio, Silja Kosola dell’Università di Helsinki (pediatra e professore associato in Medicina dell’Adolescenza), per valutare la reale proporzione e correlazione tra l’aumento dell’uso di Internet  e la diminuzione delle ore dedicate al sonno (meno di 8 ore per notte) e dell’ attività fisica (meno di 3 ore a settimana). A cui si aggiunge l’incremento  delle assenze a scuola ingiustificate o con giustificazione medica.

Dipendenza digitale

Le ragazze, risultate le più vulnerabili, trascorrono sullo smartphone circa 6 ore al giorno, lo prendono in mano in media 115 volte al giorno e il 17% di loro, probabilmente ha già sviluppato dipendenza dai social network.

Alla pari degli esiti delle ricerche statunitensi, anche dall’inchiesta finlandese si evince un calo del rendimento scolastico, così come i il rischio di incorrere in incidenti per distrazione.

Al troppo tempo trascorso giornalmente sui social e agli alti livelli di dipendenza digitale conclamata, corrispondono maggiori livelli di ansia (il 37% delle ragazze intervistate) e la percezione negativamente alterata della propria immagine.

Complessivamente l’uso smodato dei social, modifica l’umore, fa aumentare il senso di stanchezza e induce al sentimento della solitudine.

Salute mentale compromessa e modifiche dello sviluppo cerebrale 

Un quadro d’insieme preoccupante come affermano gli autori dello studio. E come conferma il professor Claudio Mencacci, psichiatra, presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, da tempo in allerta per le ricadute dell’eccesso di tecnologia sugli adolescenti e che ritiene l’esperienza digitale ormai sufficiente matura per riconoscerne il diretto rapporto con la salute mentale.

In un’intervista radiofonica il professore ha ricordato come dall’avvento dello smartphone nel 2013 a oggi,   i numerosi studi concordano nel ritenere la generazione Z – (i nati tra il 1997 e il 2012 i più esposti ai cellulari e in particolare ai social media) sia più fragile e suscettibile a modifiche del proprio sviluppo cerebrale.

Secondo i genetisti, ha riferito Claudio Mencacci, potremmo trovarci di fronte a una “mutazione di geni accelerata: quello che oggi cambia nell’arco di una sola generazione equivale al cambiamento che richiedeva un secolo o anche più”.

Dal suo sito claudiomencacci.it il professore ci spiegava già nel 2018 di come e perché “l’utilizzo eccessivo di smartphone, di gaming online, e social network provoca effetti sullo sviluppo cerebrale.

In particolare, negli adolescenti con dipendenza marcata da smartphone sono state osservate modificazioni della materia bianca (prevalentemente dei fasci di connessione cortico-subcorticali) simili, almeno in parte, a quelle riscontrate in soggetti con dipendenza da Internet.

Alcuni studi hanno segnalato un peggioramento sintomatologico nei bambini e negli adolescenti affetti da Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD) e rischi elevati per soggetti con forme di autismo ad alto funzionamento (sindrome di Asperger)”.

 

  • *Enti responsabili dell’organizzazione de servizi sanitari, sociali e di emergenza in Finlandia, autonome da comuni e dal governo centrale (fonte: en.wikipedia.org)

 

 

Immagine ad uso gratuito by it.freepik.com

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2 Risposte

  1. Dicembre 2, 2024

    […] dibattito è acceso, soprattutto dopo la pubblicazione del report di ricerca finlandese pubblicato sulla rivista Archives of Disease in Childhood che ha esaminato […]

  2. Dicembre 3, 2024

    […] debate es acalorado, especialmente después de la publicación de informe de una investigación finlandesa publicada en la revista Archivos de enfermedades en la infancia que […]

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