L’arresto della Ragazza afgana. Il dramma di un popolo intero
Sharbat Gula, la protagonista della fotografia scattata dal celebre fotografo Steve McCurry nel 1984 , pubblicata dalla rivista National Geographic nel giugno 1985, una delle immagini-icone del XX secolo e simbolo dei conflitti afgani e delle guerre che dilaniano il Medio Oriente è stata arrestata a Peshawar con l’accusa di detenzione di documenti falsi il 26 ottobre 2016.
Il 2 novembre 2016, il tribunale speciale di Peshawar (Pakstan) ha respinto la richiesta di libertà su cauzione, nonostante il suo avvocato difensore abbia rilevato che Sharbat è affetta da epatite C, madre di 3 figlie e da sola provvede al sostentamento della famiglia.
Alla reazione negativa del tribunale, l’ambasciatore afghano in Pakistan Omar Zakhilwal, ha scritto al premier Nawaz Sharif per chiedere il suo intervento a favore di Sharbat.
Sharbat, famosa in tutto il mondo come “La ragazza afgana” dalla fotografia di McCurry, dopo lo scatto fotografico, non si avevano avuto più notizie fino al 2002, quando dopo la caduta del regime talebano, il celebre autore dell’immagine con una spedizione organizzata dal National Geographic partì alla sua ricerca.
Il ritrovamento della “Ragazza afgana”
Il team arrivò al campo di Nasir Bagh, in Pakistan, dove aveva incontrato Sharbat nell’84. Il campo era prossimo alla chiusura, pochi i profughi che ancora ci vivevano, ma tra questi, fortunatamente, McCurry incontrò il fratello della “ragazza afgana” e riuscì a individuare il villaggio natale dell’allora studentessa. E da lì, dopo molte difficoltà, si riuscì a rintracciare Gula in una regione remota dell’Afganistan.
Solo allora conobbero il suo nome e la sua storia: Sharbat Gula, mamma di 3 figlie, con una vita molto difficile e triste, orfana di entrambi i genitori, fuggita dal suo villaggio nativo devastato nel 1984 e, in seguito, segnata dalla perdita di una figlia e del marito.
L’identità di Sharbat, come l’adolescente dodicenne fotografata nell’84 è stata confermata con la tecnica della ricognizione dell’iride.
McCurry nel 2002 informò Sharbat che la sua immagine era diventata famosa e assurta a simbolo della dignità e delle sofferenze del suo popolo e per questo accettò di farsi ritrarre nuovamente (fotografia a sinistra).
Non è il dramma di una sola persona. È il dramma di un popolo intero
Il fotografo dal 2002 ha mantenuto regolari contatti con Gula, che oggi ha 44 anni.
Appreso del suo arresto mentre era in Italia, per partecipare all’inaugurazione della sua mostra a Napoli, Steve Mc Curry (nella foto a sinistra). ha dichiarato a La Repubblica “Penso a lei, a come può essere tormentata in queste ore. Sharbat ha avuto una vita terribile. Le persone disperate possono fare cose disperate, ma qualsiasi cosa possa avere fatto, merita compassione e solidarietà”
“Noi cercheremo di capire” ha proseguito il fotografo “E faremo di tutto per aiutarla. Ma vorrei aggiungere che ci sono centinaia di migliaia di persone nelle stesse condizioni di Sharbat Gula. Migliaia di profughi afgani in Pakistan vivono in condizioni al limite dell’umanità, sottoposti a vessazioni e a rischi. Quelle persone non sono famose, nessuno ha mai fatto loro un ritratto, nessuno conosce il loro nome. Io vorrei che questa notizia servisse per ricordare che questo è il dramma di un popolo intero, non di una sola persona”.
“Questo è il dramma di un popolo, non di una sola persona” direi che è il dramma di una grande parte del mondo e noi del cosiddetto mondo civile e libero non facciamo niente per aiutarli, ma anzi, con l’invio di armi e cercando di destabilizzare, complichiamo la loro vita !!!