L’UE celebra i 70 anni della Dichiarazione universale dei diritti umani

Dal 19 al 23 novembre 2018 presso il Parlamento europeo si svolgerà la Settimana dei diritti umani per celebrare il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani.

Due, fra i tanti eventi previsti, i momenti fondamentali della Settimana: il 19 novembre la Commissione per le libertà civili ha programmato una discussione sulla nuova relazione sui diritti fondamentali degli immigrati, delle comunità LGBT, delle persone con disabilità e sulla situazione dell’indipendenza giudiziaria in Europa.
Il 20 novembre si terrà a Bruxelles una conferenza di Alto Livello in cui i rappresentati da ogni parte del mondo sono stati chiamati per discutere di temi quali: la difesa dei diritti umani nel mondo digitale, la difese delle minoranze e il monitoraggio dei diritti umani.

Breve storia della Dichiarazione Universale

La Dichiarazione universale dei diritti umani (UDHR), proclamata il 10 dicembre 1948, registrò per la prima volta i diritti e le libertà fondamentali inerenti a tutti gli esseri umani.

Nell’aprile  1945, allo scoccare della fine della Seconda Guerra Mondiale, iniziata nel 1939, i delegati di 50 Paesi si riunirono a San Francisco (Usa) decisi a gettare le basi per un futuro dove la pace venisse protetta e promossa.

Ancora si sentivano i rumori devastanti di quella guerra che aveva provocato milioni di vittime e altrettanti sfollati e affamati; in Europa la resistenza tedesca bombardava Berlino, si combatteva nel Pacifico (tra gli Usa e il Giappone), ancora non erano state lanciate le atomiche su Hiroshima e Nagasaki .   Ma era chiaro che si stava consumando il più grande conflitto armato della Storia.   Era necessario creare un organismo internazionale che si prodigasse per un mondo diverso.

Nascevano così le Nazioni Unite, dove i 50 Stati si dichiararono “determinati” a conquistare la pace e a “preservare le future generazioni dal flagello della guerra, che già 2 volte (Prima e Seconda Guerre Mondiali ndr) nella nostra vita ha portato indicibili sofferenze all’umanità”. Queste sono le parole del Preambolo dello Statuto della nuova Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu), nata ufficialmente dopo due mesi di lavori  –  il 26 giugno –  il cui statuto  entrò in vigore il 24 ottobre 1945.

L’anno seguente, in base all’articolo 68 di tale statuto  venne istituita la Commissione per i diritti umani con la risoluzione n.5 (i) del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (Ecosoc), un organo il cui scopo era di sostenere concretamente il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dell’uomo.  Nel 1948 sotto la presidenza di Eleanor Roosevelt (vedova del presidente  Franklin Roosevelt e fervente sostenitrice dei diritti) la Commissione decise di redigere il documento che divenne la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,  siglato il 10 dicembre 1948 a Parigi.

Per la prima volta nella storia, gli articoli sui diritti umani basati sul concetto fondamentale: “Tutti gli esseri umani sono nati liberi e con uguali diritti e dignità” venivano riuniti e codificati in un documento unico. Vi erano confluiti gli atti storici precedenti sulle prerogative individuali come: la Magna Carta e la Petition of  Right  (Inghilterra 1215 e 1628), la Costituzione degli Stati Uniti (1787), la Dichiarazione Francese dei Diritti dell’Uomo e dei Cittadini (1789) e la Carta dei Diritti degli Stati Uniti (1791).

Molti degli articoli della Dichiarazione sono poi stati trasferiti, in varie forme, nelle Costituzioni delle nazioni democratiche e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, in vigore grazie al Trattato di Lisbona del 2009.

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