IQAir. Una città italiana nella classifica delle meno inquinate del mondo

IQAir, cos’è Soltanto le capitali di 12 Paesi fra i 138 esaminati, presentano livelli di inquinamento da polveri sottili PM 2,5 ammissibili dagli standard dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

È il risultato del settimo  rapporto annuale World Air Quality Report redatto dagli scienziati di IQAir, l’azienda tecnologica svizzera esperta in rilevamenti della qualità dell’aria traendo i dati non dai modelli satellitari, come avviene sovente, ma dalle stazioni di monitoraggio terrestri situate in circa 9mila città.

L’aria delle città in tempo reale

Ancora più interessante e poco conosciuta sono le classifiche in tempo reale delle principali città più inquinate e più pulite che IQAir offre dalla propria piattaforma ad accesso libero.

Da qui il 12 marzo 2025 alle 17: 50 (ora locale) apprendiamo, con piacevole sorpresa, che su 126 città, Roma appare alla posizione n. 6 della classifica delle città con l’aria più pulita, preceduta soltanto da Portland (USA), Canberra e Melbourne (Australia), Auckland (New Zealand) e, al primo posto, Sydney (Australia).

Di contro, stesso giorno e stessa ora, le prime sei città più inquinate della classifica di 125, risultano essere, in ordine decrescente: Bishkek (Kyrgyzstan), Wuhan (China), Dhaka (Bangladesh), Delhi (India), Kathmandu (Nepal) e Medan (Indonesia).

Il rapporto su scala mondiale

Tornando al rapporto su scala mondiale relativo all’anno 2024 e pubblicato l’11 marzo 2025,  gli scienziati dell’IQAIr hanno analizzato i dati provenienti da oltre 40mila stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, in 8.954 località di 138 Paesi.

Combinando la concentrazione di PM 2,5 con il numero totale della popolazione, i 5 Paesi più inquinati al mondo nell’anno 2024 sono stati: Ciad, Bangladesh, Pakistan, Repubblica Democratica del Congo e India.

Lo studio sull’inquinamento atmosferico ha considerato anche l’impatto dei conflitti armati, poiché l’uso di missili e bombe, il movimento costante di equipaggiamento militare e la distruzione delle infrastrutture causano emissioni significative di particolato fine, come nel caso dell’Ucraina.

A livello globale e in condizioni normali, le attività umane che costituiscono le fonti più importanti di PM 2,5 sono i motori a combustione, la produzione di energia, le attività industriali e le pratiche agricole come la combustione di raccolti, nonché di legna e carbone.

Le dimensioni di tali particelle possono essere equivalenti a quelle dei batteri, degli acari della polvere o della forfora degli animali domestici, mentre particelle come il polline o la polvere sono quattro volte più grandi.

Il rapporto, infine, sottolinea  l’inquinamento atmosferico come secondo fattore di rischio di mortalità a livello mondiale, subito dopo la malnutrizione, per i bambini di età inferiore ai 5 anni, per l’impatto sul loro apparato respiratorio ancora in fase di sviluppo

Secondo Aidan Farrow, senior Air Quality scientist di Greenpeace International, i dati del rapporto dovrebbero ricordarci “il rischio sproporzionato” che l’inquinamento atmosferico rappresenta per le giovani generazioni. “La combustione del carbone e la deforestazione” cause principali della cattiva qualità dell’aria e fra le maggiori per il cambiamento climatico “sono inestricabilmente legati” al mondo che “sarà ereditato dai nostri figli”.

 

Immagine by Osvaldo Lazzeri per abbanews.eu – fotografia ad uso libero purché usata in contesti idonei e corretti e riportando il nome dell’autore e della testata

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