I Siriani tornano a casa, nonostante tutto

siriani tornano in patria - onuOltre 440mila profughi siriani sono ritornati nelle loro case nel corso dei primi 6 mesi del 2017, come ha comunicato l’Agenzia Onu per i rifugiati (ACNUR) il 30 giugno 2017.
Andrej Mahecic,  portavoce  dell’ACNUR  ha spiegato che i fattori principali che spingono i profughi a tornare ad Aleppo, Hama, Homs e Damasco sono la ricerca dei propri familiari, la revisione delle proprietà e in alcuni casi, la percezione che tali città siano più sicure.

Per questo motivo l’ONU ha esteso la sua attività all’interno della Siria; per assistere le persone che stanno tornando nelle loro esigenze fondamentali e, al tempo stesso, per offrire loro protezione e appoggio per la ricostruzione delle infrastrutture basiche.

Ricordiamo che la Siria sta vivendo una feroce guerra civile dal 2011. Vari sono stati i tentativi, fra le parti in causa, per giungere alla pace, a oggi tutti falliti. Secondo Mahecic, nonostante le attuali trattative dei tavoli in Astana e Ginevra destano speranze per la cessazione del conflitto, non esistono ancora le condizioni ideali che permettano ai rifugiati siriani di tornare nella propria terra.

“L’acqua potabile è scarsa così come il cibo, mancano centri sanitari e i servizi sociali; distrutte le scuole e assenti le condizioni e, quindi, le possibilità per svolgere un lavoro. La possibilità di sopravvivenza per queste persone che tornano è una vera sfida”.
Per questo l’ACNUR ha chiesto l’aiuto alla comunità internazionale, per raccogliere 150 milioni di dollari da destinare all’assistenza all’interno della Siria e per offrire sostegno ai rifugiati che stanno tornando.

Secondo i dati forniti dalla stessa Onu, dall’inizio della guerra, ormai 6 anni fa, il numero dei profughi siriani ammonta a circa 12 milioni: 5 milioni fuori dalla Siria, 7 milioni all’interno del Paese, su una popolazione complessiva (stima al 2011) di quasi 25 milioni di abitanti.

Foto di copertina: Al-Tabqa, Siria by UNICEF/Souleiman

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