Alexei Navalny e gli altri candidati del Premio Sacharov 2021

Il 15 dicembre 2021, presso la sede del Parlamento Europeo a Strasburgo è stato consegnato il Premio Sacharov per la libertà di pensiero, assegnato al dissidente russo Aleksej Navalnyj.

A ritirarlo la figlia Dasha Navalnaja, che ha ringraziato con accanto una sedia vuota, come mostra la fotografia, che simboleggiava l’oppositore in carcere.

“Ancora una volta un vincitore del nostro Premio per la libertà di pensiero è privato della libertà – ha commentato David Sassoli, presidente del Europarlamento, chiedendo il “rilascio immediato e incondizionato” di Aleksej Navalnyj.

Mentre Dasha ha precisato che “la pacificazione con i dittatori e con i tiranni non funziona mai”.
“Non importa quanto la gente cerchi di illudersi sperando che un altro folle che si aggrappa al potere si comporti decentemente in risposta a concessioni e a flirt: non succederà mai” ha aggiunto la giovane ventenne che ha concluso il suo discorso elencando i vincitori del Premio Sacharov ancora in carcere.

Alexei Navalny e gli altri candidati del Premio Sacharov 2021

Andrà al dissidente russo Alexei Navalny, il Premio Sacharov per la libertà di pensiero 2021. Lo ha reso noto la stessa istituzione il 20 ottobre 2021.

Erano 3 i finalisti per il riconoscimento:  Afghan women, Jeanine Áñez e Alexei Navalny

Afghan women

Le donne afghane, nominate (come già accaduto in passato) per la loro lotta verso l’uguaglianza, che continuano a sostenere nonostante il ritorno dei talebani al potere dell’Afghanistan che, al contrario di quanto dichiarato, sta cancellando i diritti più elementari che tanto  faticosamente le donne, erano riuscite a conquistare durante l’occupazione degli Usa e delle forze di coalizione.

I talebani hanno nuovamente escluse le donne dal governo e dall’istruzione riportando in vigore  i matrimoni precoci, i test di verginità forzati e il divieto di viaggiare in assenza di un uomo.

Il gruppo è formato dalle seguenti 11 attiviste per i diritti umani:

Shaharzad Akbar – presidente della Commissione indipendente afghana per i diritti umani (AIHRC);
Mary Akrami – capo dell’Afghan Women’s Network
Zarifa Ghafari – sindaca di Maidan Shar dal 2018
Palwasha Hassan – attivista e direttrice dell’AWEC (Afghan Women Educational Centre)
Freshta Karim – fondatrice di una biblioteca mobile e sostenitrice dell’istruzione e dell’apprendimento
Sahraa Karimi – prima residente donna della compagnia cinematografica statale afghana
Metra Mehran – sostenitrice dell’emancipazione e dell’istruzione delle donne e co-fondatrice del Movimento per le prospettive femminili
Horia Mosadiq – attivista per i diritti umani e delle donne
Sima Samar – sostenitrice dei diritti umani, ex ministro degli affari femminili ed ex presidente della Commissione indipendente per i diritti umani afghana
Habiba Sarabi – membro della squadra negoziale della Repubblica Islamica dell’Afghanistan
Anisa Shaheed – giornalista politica.

Jeanine Áñez

Seconda candidata Jeanine Áñez, l’ex presidentessa ad interim della Bolivia (2019-2020), emblema della repressione contro i dissidenti politici in America Latina; per il Parlamento europeo, simbolo della “privazione del giusto processo e dello Stato di diritto” in quell’area del mondo.

Jeanine Áñez è in carcere: arrestata nel marzo 2021 con l’accusata di aver partecipato al colpo di stato contro il predecessore Evo Morales,: accusa che si è aggiunta a quella di brogli elettorali.

Alexei Navalny

La terza nomination è per l’attivista russo Alexei Navalny il principale antagonista e critico del presidente Vladirm Putin, verso il quale non lesina – come fa contro tutto il governo – le accuse di corruttela.

Dopo essere stato curato in Germania da un tentativo di avvelenamento avvenuto in Siberia nell’estate 2020, Navalny, rientrato in patria, è stato arrestato per scontare una condanna a 2 anni e mezzo di carcere, pena che gli è stata inflitta per violazioni della libertà vigilata: per Navalny, accuse false. Nell’aprile 2021 il dissidente russo ha iniziato in prigione uno sciopero della fame per 23 giorni come protesta per l’assenza di cure mediche.

Il premio e le prossime tappe

La consegna del premio avverrà il 15 dicembre nel corso della tradizionale cerimonia  a Strasburgo.

Il Premio, istituito nel 1988, porta il nome nome dal fisico e dissidente russo Andrej (o Andrei) Sacharov, del quale quest’anno ricorre il centenario della sua nascita.

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