Partenze e arrivi. Arte contemporanea

Il garden interattivo all’interno del Terminal 2

Il Changi Airport di Singapore, l’aeroporto più bello del mondo
Partire e tornare. Quando inizia il viaggio? Il primo giorno della visita turistica del luogo raggiunto o al
momento in cui si arriva all’aeroporto o alla stazione ferroviaria per partire? Dipende, naturalmente, dal tipo di aeroporto o stazione, perché alcuni di essi sono talmente belli che ricevano premi e riconoscimenti per il loro valore monumentale, storico e architettonico. Tanto da farsi essi stessi mete di viaggio, piuttosto che luoghi di mere andate e ritorni.
Changi Airports: più che un aeroporto, una città ben servita
Come l’aeroporto di Singapore, il Changi, che per il quarto anno consecutivo, risultata essere l’aeroporto più bello del mondo. L’ha stabilito la società britannica Skytrax, che opera nell’ambito dell’aviazione e che ogni anno, raccogliendo il parere di milioni di viaggiatori (per l’esattezza 13,5 milioni nel 2015), stila la lista dei dieci migliori aeroporti e assegna l’ambito premio, World Airports Awards.
E a leggerne le caratteristiche, non c’è da stupirsi se il Changi è salito sul podio nel 2016. Lo scalo di Singapore, che vede un transito di passeggeri che

Uno dei centri commerciali del Changi Airport

Changi Aiport
va dai 50 ai 55 milioni l’anno, è situato a 20 chilometri dalla città di Singapore , nella località di Changi, da cui prende il nome. E’ dotato di 5 terminal, di 2 sale cinematografiche che proiettano ininterrottamente e gratuitamente le ultime novità della settima arte, di una piscina sul tetto e, grande attrazione, un giardino con le farfalle e il museo dell’aviazione. Essendo uno dei più importanti scali orientali è facile che nei voli di scambio, i passeggeri debbano attendere molte ore prima del volo successivo, e quindi dopo un buon film o una bella nuotata, rimane il tempo per fare “shopping” negli ampi centri commerciali che si alternano ad altrettanto grandi spazi verdi. Non mancano parchi giochi e un entertainment center con console e videogiochi, e spazi ipertecnologici per lavorare e giardini interattivi. Se invece si preferisce riposare ecco a disposizione del viaggiatore, hotel e spa. L’organizzazione e l’efficienza dello scalo è pari alla sua bellezza. Al Changi, insomma, non c’è il rischio di perdere i bagagli.
Al secondo posto della classifica della Skytrax troviamo l’Aeroporto Internazionale di Seul-Incheon, il più grande della Corea del Sud e, per il terzo,
lasciamo l’Asia e atterriamo (come non scriverlo !) in Europa, precisamente al Franz Josef Strauss International Airport di Monaco di Baviera. Il Seul Incheon vince “l’argento” del World Airports Awards, per la quarta volta consecutiva, mentre lo scalo tedesco è premiato con il bronzo per la terza volta. L’Europa è presente nella lista dei migliori dieci, anche con l’Aeroporto di Zurigo al 7° posto e con l’Aeroporto di Heathrow di Londra all’8°.
Chhatrapati Shivaji Terminus di Mumbai, patrimonio dell’umanità
Ma se l’ebbrezza e la comodità, per il tempo guadagnato dalla rapidità del volo, proprio non convince, perché preferiamo rimanere ben saldi a terra (peraltro la nostra posizione naturale), allora prendiamo il treno che oltre al piacere del viaggiare con lentezza, ci offre la possibilità di essere accolti da stazioni ferroviarie monumentali al punto da essere inserite dall’Unesco nell’elenco dei patrimoni dell’Umanità.

Chhatrapati-Shivaji Terminusdi Mumba i

Un particolare dello stile neo gotico-indiano della stazione
E’ il caso dell’indiana Chhatrapati Shivaji Terminus di Mumbai (ex Bombay, tale fino al 1995), patrimonio Unesco dal 2004. La Chhatrapati
Shivaji Terminus (CST), venne costruita secondo il progetto dell’architetto – ingegnere britannico Frederick William Stevens, autore di numerosi edifici pubblici della capitale indiana. Per costruirla ci vollero 10 anni, ma il 20 giugno del 1887, in omaggio al cinquantesimo anniversario del regno della Regina Vittoria, venne inaugurata e a lei intitolata, come Victoria Terminus (VT). Nome quest’ultimo sostituito (ma ancora molto in uso) nel 1996, quando venne deciso di rinominare i luoghi storici con toponimi indiani, con l’attuale Chhatrapati Shivaji Terminus, per celebrare la memoria del sovrano marathi, eroe del XVII secolo.
L’edificio presenta uno stile detto neo gotico – veneziano, la cui l’unicità scaturisce dalla fortunata fusione e combinazione di vari elementi di tradizione europea e indiana. La facciata a guglie offre una ricchissima collezione di statue, fregi, vetrate e ornamenti vari. Il corpo centrale della costruzione termina con una cupola, che niente ha da invidiare a quella di una cattedrale, sulla cui cima svetta una statua di donna, alta 4 metri, che solleva con la mano destra la torcia a simbolo della libertà e del progresso. L’interno si caratterizza da grandi scalinate, ampi corridoi, vaste sale, soffitti alti. Una grandezza volutamente monumentale, anche dettata da motivi climatici: l’uso della pietra, l’ampiezza degli spazi, le finestre schermate e le tettoie, combattono l’usuale caldo di Mumbai, garantendo al luogo una naturale ventilazione e freschezza.
A SoutherCross Station di Melbourne, il prestigioso premio Lubetkin
La CST o Vt, che dir si voglia, è a tutt’oggi una stazione funzionante a pieno regime, una delle maggiori dell’India e punto d’accesso della rete sub – urbana di Mumbai, che vede viaggiare circa un milione di pendolari al giorno. Dall’India all’Australia, per visitare un’altra stazione che si distacca per il suo valore architettonico: la SoutherCross Station di Melbourne,

Una diversa prospettiva del tetto

Il tetto “fluttuante” della Southern-cross, edificio premiato nel 2007
premiata, nel 2007, dal Royal Institute of British Architects con il prestigioso premio Lubetkin, perché definito il più importante edificio architettonico, di edificazione contemporanea, al di fuori dell’Europa. Ri- costruita nel 2002, sui resti della precedente stazione, la Spencer Street edificata nel 1962, deve la sua peculiarità e la sua fama al suo tetto “ondulato” progettato dallo Studio internazionale Grimshaw di Londra. L’effetto è determinato dalla posizione delle assi dalla sua struttura di acciaio. Edificarlo non è stato facile. “Una sfida”, come ha dichiarato uno dei progettisti e nonostante l’esperienza del prestigioso Studio Grimshaw, che oltre a superare il preventivo iniziale è stato costruito in dimensione ridotta rispetto a quella progettata .
Ma questi contrattempi non hanno influito sul consenso degli abitanti di Merbourne, che ritengono la Southern Cross Station il punto di riferimento della città, e la amano proprio per il tetto “fluttuante” e innovativo.
La foresta tropicale della stazione ferroviaria Atocha di Madrid

La lussureggiante foresta tropicale della Stazione di Atocha

Il lago della foresta di Atocha
L’Europa, custodisce molte stazioni monumentali è di notevole valore architettonico, ma la più
caratteristica è forse la stazione ferroviaria di Atocha di Madrid, per il suo giardino tropicale interno, di 4000 metri quadrati, che la rende un’antesignana, con le dovute proporzioni, allo stesso aeoroporto di Changi Una foresta esotica con numerose piante rigogliose, aiuole, cespugli, con un ameno lago artificiale e abitata da rane e tartarughe, al coperto di una volta di vetro, mattoni e acciaio, a una temperatura costante di 24 gradi centigradi, garantita anche da una corretta illuminazione, ottenuta dalla luce naturale proveniente dal centro dell’area e, dalla luce artificiale, che simula la radiazione solare attraverso i colori bianco e giallo. Atocha rappresenta un esempio di come l’opera dell’uomo, se rispettosa, riesca a coniugarsi armoniosamente con la natura.
Costruita nel 1851, fu ampliata dal 1865 al 1882 sul progetto di Alberto del Palacio Elissagne con la collaborazione con l’ingegnere Gustave Eiffel (costruttore della famosa torre omonima di Parigi) il cui stile art nouveau, è facilmente rintracciabile nella struttura della stazione. Dal 1984 al 1992 venne modificata dall’architetto Rafael Moneo, autore della foresta esotica.
L’11 marzo 2004, Atocha fu una e la più colpita, delle tre stazioni ferroviarie madrilene, bersagli dei simultanei attentati terroristici di matrice islamica, dove persero la vita 191 persone e oltre 2000 rimasero ferite.

Madrid, Monumento alle vittime dell’11 marzo 2004

Madrid, la sala interna del monumento. Si vedono i messaggi scritti in onere delle vittime
Alle vittime è stato dedicato un monumento che sorge al centro di una rotonda di fronte alla stazione di Atocha: una cupola cilindrica in vetro alta 11 metri, realizzata con speciali pezzi di vetro in massa all’esterno, foderati da una speciale membrana trasparente sulla quale sono stampati i messaggi di solidarietà dedicati alle vittime dai cittadini di Madrid, dopo il tragico evento. All’interno della cupola, si trova una sala, il cui isolamento acustico garantisce il necessario silenzio per commemorare le vittime. La trasparenza dei materiali consente di vedere la stazione di Atocha, senza sentirne i rumori. Uno spazio vuoto e silenzioso, come hanno scritto gli ideatori del monumento, lo Studio FAM, dove la luce, dando forma allo spazio della rappresentazione, è protagonista insieme all’indelebile ricordo delle vittime .
Si, viaggiare per non dimenticare e al tempo stesso per rinfrancare l’anima, perché come ha scritto Jan Myrdal: “viaggiare è come innamorarsi: il mondo si fa nuovo… “.