Labirinto Pomodoro. Alla scoperta delle radici dell’esperienza umana

A Milano è stato riaperto il Labirinto Pomodoro, una delle opere più significative dell’artista Arnaldo Pomodoro, nato a Montefeltro il 23 giugno 1926 e dagli anni Cinquanta residente a Milano dove è iniziato il suo grande amore per la scultura.

L’opera è ispirata all’Epopea di Gilgamesh, un racconto epico della Mesopotamia, tra le opere letterarie più antiche dell’umanità, se non la più antica,  fra quelle finora ritrovate.

Narrando le avventure di Gilgameš, leggendario (forse realmente esistito) re di Uruk, la prima versione dell’epopea fu realizzata nella Babilonia del XIX secolo a.C., scritta in accadico. Furono proprio questi caratteri cuneiformi su tavolette d’argilla a conquistare Pomodoro.  “Ho sempre subito un grande fascino per i segni, soprattutto quelli arcaici – spiegava l’artista al critico Sandro Parmiggiani – le impronte che scavo nella materia artistica, i cunei, i fili e gli strappi, mi vengono inizialmente da certe civiltà arcaiche”.

A via Solari, negli spazi ipogei dell’edificio ex Officine Meccaniche Riva-Calzoni – sede espositiva della Fondazione Arnaldo Pomodoro dal 2005 al 2011, oggi sede milanese della Maison Fendi (entrambi artefici della ristrutturazione dell’opera) – il Labirinto si sviluppa su 170 metri quadrati per un’altezza di 3,80 metri, ricoperti di bronzo, rame, fiberglass colorato e patinato, i materiali privilegiati da Pomodoro.  Visitarlo significa compiere un “viaggio tra mito e memoria, alla scoperta della radici dell’esperienza umana”, come lo descrive la Fondazione.

Un’opera ambientale iniziata nel 1995 e proseguita nel tempo, offre al visitatore un’esperienza immersiva, i cui “effetti speciali” sono generati dalla capacità artistica dell’autore, che ne ha fatto un compendio della sua evoluzione artistica e umana.

Dall’ispirazione alle antiche scritture alle maestose composizioni architettoniche, come la celebre Sfera, realizzata dagli anni Sessanta in poi, (l’originale si trova a Roma all’ingresso del Ministero degli Esteri, noto come Farnesina),  da cui è derivata la Sfera con sfera, concepita a fine anni Settanta, esposta a livello internazionale.

Si potranno inoltre ammirare, due costumi teatrali creati dall’artista per gli spettacoli messi in scena negli anni Ottanta: l’Edipo Re di Igor Stravinsky e Didone, regina di Cartagine di Christopher Marlowe.

Il Labirinto consegna il fedele ritratto della poetica di Pomodoro, nel fascino della sua collocazione nei sotterranei di un antico edificio industriale di fine Ottocento.

Per visitarlo è necessaria la prenotazione: tutte le informazioni al riguardo sono disponibili sul seguente sito: Labirinto – Fondazione Arnaldo Pomodoro.

 

 

Immagine: Milano, Labirinto Pomodoro riaperto dopo oltre un anno di lavori. Photo by Fondazione Arnaldo Pomodoro 

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