La “mala educación” alleata preziosa del contagio
La recrudescenza dei contagi Covid19 sta mettendo in crisi la riapertura della scuola, con lo sfondo di un eventuale lockdown in caso di rinnovata diffusione del virus. In questi mesi si è molto speculato, discusso sulla necessità della didattica in presenza, di quello che gli inglesi chiamano “learning loss” (perdita di apprendimento). Ma siamo di fronte a una perdita di apprendimento o a una triste opera compiuta di smarrimento civico?
Tra le 8 competenze chiavi europee che ogni persona dovrebbe possedere per il proprio benessere e quello della società che abita, troviamo le competenze di cittadinanza, tanto evocate, quanto tralasciate nella loro effettiva esercitazione.
Il fallimento formativo dei giovani e meno giovani a cui stiamo assistendo è quello della malevole inconsapevolezza di quanto ogni nostro gesto sia in connessione (e non in senso digitale) con l’altro; di quanto un nostro comportamento scorretto, de-responsabilizzato (non irresponsabile che già prenderebbe in esame il concetto di responsabilità, pur contravvenendolo) possa mettere in crisi l’intera società civile, economica, culturale.
“É ingiusto dare la colpa a noi sembra abbia detto un dj rispetto al dilagare del Coronavirus”, così come coloro che affermano che non è certo un singolo comportamento a far proliferare il Nostro. Non è colpa di nessuno. Attegimenti “in deroga” alle norme di sicurezza che da mesi fanno parte della nostra igiene quotidiana in onore a stolti assembramenti, musicali, ludici, condotti senza riguardo. Una fenomenologia dell intrattenimento che sembra quasi assurgersi a diritto costituzionale. Paghiamo la metà della popolazione la “mala educación” delle persone in termini di salute, economici, sociali.
Rispetto al dilagare della trascuratezza nei confronti del vivere comune, del senso civico, del principio di solidarietà, del possesso di una visione articolata di tutte le conseguenze che comporterebbe un rinnovato confinamento, la concentrazione esclusiva sulla riapertura della scuola, come panacea contro ogni arresto di educazione in senso lato, non appare la questione fondamentale.
Andiamo oltre e arriveremo al nocciolo della questione. Sì, riapriamo le scuole, senza perdere il tesoro educativo-culturale che si è creato in questi mesi di didattica a distanza, ma poniamo al centro di ogni processo educativo, la competenza civica perché senza di essa, ogni sapere si dissolve come neve al sole.
Mentre rifletto e metto su carta i miei pensieri spettinati scorrono davanti ai miei occhi increduli le seguenti immagini: gente che si ammassa per prendere un treno regionale. Stento a credere alla scena grottesca a cui sto assistendo. Al tempo stesso una voce femminile suadente si diffonde nella stazione ricordando di mantenere il distanziamento sociale e l’uso delle mascherine.
Foto in copertina: Benjamin Marra, Pinterest