Tempo di iscrizioni. Forse non tutti sanno che…

In questo inverno particolarmente gelido si riscaldano gli animi dei nostri studenti e delle nostre studentesse dell’ultimo anno di scuola secondaria di primo grado, chiamati a orientarsi verso un nuovo ciclo di studi. Forse la prima vera scelta importante da compiere in autonomia, pur supportati dalla famiglia.

Ebbene, come sovente accade, quando una decisione incalza, vacillano talune presunte sicurezze. Una fra tante: è davvero così netta la triade liceo, tecnico, professionale? Oppure all’interno di ogni singola macroarea è possibile rinvenire  percorsi diversi per certi aspetti innovativi?

Forse non tutti sanno che…
Il sistema scolastico spesso considerato un monolite non incline alle innovazioni che propone nel tempo i medesimi percorsi, in realtà vige di una autonomia “certificata” da metà del secolo scorso. L’autonomia scolastica, introdotta con la Legge 537/1993 e ripresa con la riforma Bassanini del 1997 (Legge 59 del 15 marzo 1997), articola l’attività didattica in maniera flessibile e coordinata. Le singole istituzioni scolastiche hanno la possibilità di progettare e realizzare i propri interventi formativi adeguandoli alle esigenze degli studenti e studentesse, in correlazione con i diversi territori e in coerenza con le finalità del sistema d’istruzione nazionale.

Detto altrimenti, l’autonomia è uno strumento valido che amplia l’offerta formativa, mostrando un ventaglio di programmi che si apre alle necessità dei e delle discenti, nonché del famigerato mercato del lavoro. Un implemento delle opportunità di studio che abbatte i confini e apre le frontiere dell’apprendimento.

Pertanto bisognerebbe conoscere bene il POF (Piano Offerta Formativa) che presenta ogni scuola, prima di escludere o includere un istituto. E per in-formarsi al meglio bisognerebbe abbandonare vecchi miti e false credenze.

Licei biomedici. La medicina entra in aula
Tra le curvature didattiche delle diverse tipologie di istituti, dall’anno accademico 2018/2019 sono partiti ufficialmente i licei biomedici. Si tratta di un indirizzo di studi nato grazie ad un protocollo sancito tra il Miur e la Federazione Nazionale dell’Ordine dei Medici, dei Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCEO).

Rientrano in questo ambito sia i licei che classici (“classici all’avanguardia”) che quelli scientifici individuati con il bando del Miur e la FNOMCEO.
Nel piano dell’offerta formativa di questi percorsi viene inserita la materia  “Scienze biomediche” a partire dal terzo anno fino alla conseguimento della maturità. Il monte annuale è di 50 ore così suddivise: 20 affidate ai docenti di scienze, 20 tenute direttamente da medici indicati dall’Ordine, 10 di sperimentazione presso strutture individuate sempre dall’Ordine dei medici.

Inoltre, sono previste delle prove, ossia dei test a risposta multipla simili a quelli somministrati per l’accesso alle Facoltà medico sanitarie. Una modalità di valutazione che senza dubbio avvicina alunni e alunne alla complessità del mondo universitario. Il successo assicurato degli studenti e delle studentesse che seguiranno questa curvatura biomedica viene ampiamente testimoniato dalla preside Giuseppina Princi del Liceo Scientifico ‘Leonardo da Vinci’ di Reggio Calabria, che da anni sperimenta tale percorso, oggi capofila dell’intero progetto.

Quo vadis?
L’idea di fondo che guida questa lodevole iniziativa è senza dubbio quella di fornire un forte apporto orientativo in modo da rendere più agevole la scelta post diploma e favorire un consapevole progetto professionale. Una sperimentazione che mette studenti e studentesse di fronte a lezioni mirate ed esperienze in campo, un intreccio teoretico e pratico che aiuta a capire se davvero si ha la volontà e la passione di intraprendere un cammino tanto delicato e complicato come quello medico sanitario.

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