Gioielli letterari. Creatività e amore si tras-formano in lavoro prezioso
C’era una volta un giovane londinese innamorato che per l’anniversario del suo matrimonio voleva fare alla moglie un dono originale, anzi di più, qualcosa di unico. Pensa che ti ripensa arrivò l’idea brillante, disegnare e realizzare un anello, con le pagine laminate del libro preferito della moglie.
Una ri-lettura del libro e una ri-conferma del loro legame. Sapeva che sua moglie sarebbe rimasta sorpresa e contenta da un regalo così speciale, quel che non sapeva e che quel regalo gli avrebbe cambiato la vita e aperto le porte del successo.
Sembra una favola, vero? Ma non lo è. Si tratta della storia vera del designer inglese Jeremy May e della genesi reale di quella che è oggi un’attività di successo la Littlefly -Literary Jewels, nell’ambito della quale May disegna e realizza le sue collezioni di gioielli “letterari”, composta di oggetti unici, che non solo hanno conquistato le sue tanti clienti sparse nel mondo, ma anche gli esperti d’ arte, che dal 2009 lo invitano a esporle nelle gallerie o musei, in mostre personali o collettive come accaduto al MAD (The Museum of Arts and Design) di New York.
Jeremy May ha elaborato un concept creativo, molto peculiare. Fa rivivere un libro ormai letto e messo da parte, ricavando dalle sue pagine la materia prima, ossia la carta per la realizzazione dei suoi gioielli. La sua tecnica di lavorazione è, apparentemente, semplice. Scelto il libro, May ne seleziona accuratamente le pagine, le rimuove dal libro a centinaia, messe insieme le lamine, le dà forma e li ricopre di resina per la rifinitura finale. Il gioiello viene poi ri-inserito nello spazio scavato per la rimozione delle pagine. E il libro ri-nato diventa anche la custodia dell’ oggetto prezioso, unico e irripetibile, pronto ad affrontare il suo destino, che poi a sua volta racconterà.
Il processo creativo
Jeremy May non nasce gioielliere bensì architetto di paesaggio, professione alla quale si è dedicato per oltre dieci anni, ma che ha lasciato senza rimpianti, quando la sua formidabile idea dei gioielli-letterari è cresciuta fino a diventare la sua attività.
Vive e lavora nel sud-ovest di Londra, che Jeremy descrive come una zona straordinaria per la sua eterogeneità e ricca di librerie di seconda mano. Luogo ideale per May, il quale, la maggior parte delle volte, per il suo lavoro, sceglie libri usati, nei quali trova una doppia narrazione, quella intrinseca del libro e quella delle persone che lo hanno letto. Quest’ultima, racconta May nell’intervista rilasciata al magazine on line Making Jewellery, gli si rivela lentamente, attraverso le informazioni che raccoglie, lentamente, dallo stato delle pagine. Per esempio, le volte che è stato letto un particolare passaggio, a che velocità, in quale punto il lettore si è commosso.
Con le note a margine scritte a penna, le sottolineature, le pagine piegate, i segnalibri di fortuna come la carta stagnola delle sigarette, la lista della spesa, la nota di un numero telefonico, vecchie lettere, May ottiene una panoramica della vita di persone e, delle loro abitudini di lettura, che non conosce e non potrà mai incontrare. Informazioni che conferiscono al libro una nuova identità che prescinde dalla storia che racconta e che prende forma attraverso i gioielli di May.
Il designer britannico considera il suo lavoro una sfida quotidiana, a più livelli: sfida nel raccontare la nuova storia del libro con l’uso delle sue pagine, di conseguenza, una sfida per ogni gioiello che crea, dal design e all’estetica e, soprattutto, una sfida nei confronti della natura effimera della carta. L’aspetto caduco del mezzo, lo sollecita particolarmente, e lo spinge ad interrogarsi sul futuro della metodologia creativa su larga scala e di volume maggiore.
Il libro racconta una storia, che diventa quella dell’uomo che lo legge, fonte di ispirazione per May che la sintetizza e ri-interpreta in un gioiello che a sua volta si fa narratore di una nuova storia. Un gioco di specchi all’infinito. Passato, presente e futuro che scorrono attraverso una creazione, come solo gli artisti sanno fare.