Solo sì vuol dire sì

La camera dei deputati spagnola approva il disegno di legge Garanzia Integrale per la Libertà Sessuale – ma nota con il lemma Solo sì vuol dire sì – che equipara qualsiasi atto sessuale in cui una delle persone coinvolte non abbia dato il proprio consenso allo stupro. Finora la violenza sessuale era considerata tale in caso di minacce, violenze o costrizioni.

Il disegno di legge, passato al Congresso con 201 voti favorevoli, 140 contrari fra Popolari e Vox (partiti, rispettivamente, di centro- destra ed estrema destra) e 3 astensioni del gruppo misto, deve superare l’approvazione del Senato (avvenuta nell’agosto successivo – modifica della pagina il 1° luglio 2023, ndr)

La proposta si pone il compito di fare chiarezza nella definizione di consenso nell’ambito della violenza sessuale: argomento poco nitido e per questo spesso, in sede processuale, usato favore degli aggressori.

Con Solo sì significa sì la decodificazione del consenso diventa un’espressione esplicita della volontà di una persona, specificando che il silenzio o la passività non equivalgono al consenso che deve essere espresso chiaramente.  Il sesso non consensuale è un’aggressione soggetta, dice il disegno di legge, a pene detentive fino a 15.

Il testo include anche la creazione di una rete di centri sempre aperti pronti ad accogliere le vittime di violenza sessuale e i loro familiari e per i minori che commettono reati sessuali l’obbligo di frequentare corsi di educazione sessuale e di uguaglianza di genere

Il disegno di legge prende il nome dal lemma sì vuol dire sì per anni ripetuto dai manifestanti scesi in strada per contestare la sentenza di una violenza multipla, compiuta da 5 giovani nel 2016 a Pamplona durante la celebre corsa dei tori di Fermín. Il gruppo noto come il Branco della Manada fu riconosciuto colpevole di abuso sessuale ma non di stupro: i giudici ritennero che la vittima non si fosse opposta a quanto stava accadendo.

Allora nel Paese iberico partì la campagna che chiedeva che la Spagna si conformasse alla Convenzione di Istanbul che al paragrafo 2 dell’articolo 36 equipara il sesso senza consenso allo stupro. Come gli altri seguenti Paesi europei: Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo, Germania, Cipro, Belgio, Portogallo, Grecia, Islanda e Svezia e Slovenia.

L’Italia, pur avendo ratificato la Convenzione nel 2013 non ha modificato l’articolo 609 bis del Codice Penale che  fa riferimento allo stupro esclusivamente in presenza di violenza, uso della forza, minaccia dell’uso della forza e coercizione. Per l’adeguamento della legislazione italiana Amnesty International ha avviato la campagna #IoLoChiedo.

Recentemente la Commissione europea ha espresso l’intenzione di proporre una legge su stupro, violenza domestica e di genere valida in tutti i Paesi dell’Unione.

 

 

 

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