L’eredità ambientalista di Barak Obama
Il presidente degli Stati Uniti, Barck Obama ricorrendo a una clausola di una legge risalente al 1953, è riuscito a proclamare il “divieto permanente di trivellazione” per l’estrazione del gas e del petrolio in aree dell’Artico e dell’Atlantico. Come riferisce Green Peace, il divieto si estende su il 98% delle acque federali dell’Artico, oltre 465mila metri quadrati di natura incontaminata popolata da orsi e balene e le acque lungo della cosa Atlantica, dal New England alla Virginia, fino al confine con il Canada.
La decisione di Barack Obama, annunciata il 20 dicembre 2016, acquista ancora più importanza perché coincide con quella conforme del premier canadese Justine Trudeau, che vieta nelle acque del suo Paese le attività di ricerca ed estrazione d’idrocarburi.
“Le nostre azioni, parallele a quelle del Canada, vogliono proteggere un ecosistema unico e fragile”, ha dichiarato il presidente statunitense uscente, aggiungendo che in quell’ambiente i rischi che si corrono con le eventuali fuoriuscite di petrolio sarebbero troppo alti.
Il segretario dell’Interno, Sally Jewell ha specificato che la decisione di Barak Obama oltre a voler proteggere “un ecosistema unico e incredibilmente vivo” mira a salvaguardare le risorse ittiche che sono la base dell’economia della comunità native dell’Alaska.
Auspicabile forza della legge federale e del tempo indeterminato
L’Outer Continental Shelf Lands Act è stata emanata il 7 agosto 1953 ed è una peculiarità della geografia politica degli Usa che governa la “piattaforma continentale esterna”, ossia tutti i terreni sommersi che non rientrano, così, nelle giurisdizioni dei singoli Stati degli Usa. Da allora è stata modificata più volte, più di recente a seguito della Energy Policy Act del 2005. Tale legge autorizza il Governo Federale a proteggere le acque e a regolare le concessioni delle licenze petrolifere.
La legge è già stata usata in precedenza per proteggere le coste, ma solo per periodi a scadenza. Così come Obama aveva già adottato misure per la protezione delle acque territoriali nord-americane, ma attraverso ordini esecutivi, suscettibili alla revoca dal successivo presidente.
In quest’occasione, invece, Barak Obama ha dichiarato che il divieto è a “tempo indeterminato” e, sempre il divieto ha “la forza di legge”, per cui per il presidente Usa entrante – l’insensibile alle cause ambientali Donald Trump dal 20 gennaio 2017 – revocare, eventualmente, la misura non sarà facile. Se vorrà farlo, oltre a subire ire e le vertenze legali delle associazioni ambientaliste dovrà ricorrere a lunghi ricorsi, perché solo una corte federale potrà rovesciare la decisione.
La risoluzione di Barak Obama che non avrà effetti sulle licenze già concesse.