Differenze generazionali per clima e tecnologia. Non cercarle nei luoghi comuni

Differenze Generazione – Indagando si sfaldano convinzioni ferree. riducendole in triti luoghi comuni. Succede sicuramente con il rapporto redatto dall’Osservatorio per la Sostenibilità Digitale e intitolato Generazioni, dove emerge che la crisi climatica e l’inquinamento preoccupano molto di più i grandi adulti – gli over 60 o se preferite i Baby Boomer – che i giovani e i giovanissimi.

Generazioni a confronto

Presentato presso l’Università la Sapienza di Roma nell’ambito della 4° edizione del convegno Digital Sustainability Day 2025 della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, il rapporto ha analizzato le differenze generazionali nei confronti della sostenibilità, della tecnologia, e dei cambiamenti climatici, mettendo a confronto i Baby Boomer (i nati dal 1946 al 1965), la Generazione X (i nati dalla 1966 – 1979), i Millennials o Generazione Y (nati tra il 1980 e il 1995)  e la Generazione Z (i nati dal 1996 al 2015).

L’uso della tecnologia

Nell’uso delle tecnologie digitali prendono il sopravvento in termini di quantità il 48% della Generazione Z e il 33% dei Millennials e si mostrano attivamente interessati alla sostenibilità. Mentre il 32% della Generazione X e il 52% dei Baby Boomer usano poco le tecnologie digitali e sono svogliati verso la sostenibilità. Un italiano su quattro non considera la tecnologia digitale efficace nel raggiungimento degli obiettivi sostenibili.

L’inatteso

La differenza diventa marcata- e si capovolge – di fronte all’ argomento: cambiamento climatico. Se il 27% degli italiani non lo ritiene un problema da risolvere nell’immediato, così come il 31% dei Millennials, e il 27% della Generazione Z, ben il 66% dei Baby Boomer e il 67% degli over, esprimono grande preoccupazione e considerano il cambiamento climatico, con l’inquinamento, problemi ai quali dare la priorità assoluta, dimostrando una sensibilità ambientale che, dicevamo, manda in frantumi il mito che fosse patrimonio delle generazioni più giovani che, emulando l’attivista Greta Thunberg, hanno occupato le cronache negli ultimi anni. Evidentemente clamorosi e fotogenici, ma non numerosi né contagiosi.

Ma sono le stesse persone maggiormente attente all’ambiente a dimostrare diffidenza verso la tecnologia al servizio del cambiamento climatico e dell’inquinamento, al contrario delle Generazioni Y e Z.

I Baby Boomer superano i giovani e i giovanissimi anche per conoscenza dei temi delle sostenibilità: ben il 54% contro soltanto il 22% dei giovani che affermano di conoscerli e il 34% della Generazione Z che dichiara di ignorarli.

Sostenibilità: questa (quasi) sconosciuta

Complessivamente meno di un italiano su tre è informato sul concetto di sostenibilità; il 94% tra i 18 e i 60 anni e l’87% degli over 60 considerano il digitale un’opportunità ma, al tempo stesso, per molti porta alla perdita di posti di lavoro, ingiustizia sociale e disuguaglianze.

Competenze digitali

Confermata, invece, le competenze informatiche proprie del 22% dei giovani – che si dichiara molto competente – contro un minimo 2% degli over 60.

Percorsi differenti: peculiarità e criticità

Stefano Epifani, presidente della Fondazione per la sostenibilità digitale, commentando il rapporto (realizzata con l’Istituto San Pio V, utilizzando il Digital Sustainability Index – DiSI), ha evidenziato come nei risultati non esiste “un’unica transizione digitale, ma percorsi differenti a seconda delle generazioni, ognuno con le proprie peculiarità e criticità. E con queste, peraltro, i numeri sfatano alcune convinzioni consolidate sulla percezione e il punto di vista dei giovani su sostenibilità e digitalizzazione”.

Al convegno citato, che si è svolto presso l’ateneo romano l’8 aprile 2025, hanno partecipato anche AGID, ISTAT, RAI, ENI, IBM Italia e diverse università.

 

Immagine by cottonbro studio – pexels.com

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