L’antico cippo di Ponte Milvio recuperato

Un cippo con l’iscrizione riportata sui due lati, in modo da essere letta sia da chi andava per via e sia da chi andava per fiume, riaffiora dalla coltre di vegetazione spontanea e accumulo di detriti, a Ponte Milvio, lungo il fiume Tevere, a Roma.

L’iscrizione, che riporta le firme dei due censori, Publio Servilio Isaurico e Marco Valerio Messala – incise invertite affinché un nome non primeggiasse sull’altro -, risale al 54 a.C., quando i danni di una poderosa piena del fiume richiesero numerosi interventi e si volle delimitare un’area privata da quella pubblica, per impedire che sorgessero edifici troppo vicine al Tevere.

Oltre al cippo in tufo, hanno rivisto la luce tratti degli antichi argini del fiume, risalenti al I secolo a.C., resti sia dell’antica Via Flaminia, contraddistinti dal tipico basolato imperiale e sia del primo Novecento, realizzati con gli altrettanti tipici sampietrini, in corrispondenza alla costruzione dei Muraglioni dopo la piena del 1870.

Tali reperti, già noti alla storiografia ma incredibilmente dimenticati dall’incuria che caratterizza la città, sono riemersi per i lavori cui è sottoposta Roma in vista del Giubileo del prossimo anno.

Tali lavori prevedono, fra i tanti, la realizzazione di cinque parchi d’affaccio lungo le sponde del fiume,  uno dei quali, appunto, a Ponte Milvio, la cui prima menzione risale al 207 a. C., sito a Nord della città, un tempo passaggio obbligato per chiunque provenisse da settentrione o lasciasse Roma per tale direzione .

Ponte Milvio, detto ponte mollo

Per tradizione popolare chiamato Ponte mollo posto che quando il Tevere è in piena è il primo ad essere sommerso, deve la sua popolarità soprattutto per essere stato teatro della battaglia tra l’imperatore Costantino I e il rivale Massenzio nel 312, che, infatti, passa alla storia come battaglia di Ponte Milvio.

Ponte Milvio e il cristianesimo

Leggenda vuole che durante i combattimenti a Costantino (274 – 337) apparve una croce che recava la scritta in hoc signo vinces (con questo segno vinci) che lo incentivò a combattere e al prosieguo dell’adozione del cristianesimo come religione ufficiale dell’impero romano.

In quella battaglia Massenzio ci rimise la vita. Costantino, invece, ripreso il controllo dell’impero, fondò la nuova capitale di oriente Costantinopoli (attuale Istanbul) e, nel 313, promulgò l’Editto di Milano sulla libertà di culto: equiparando il cristianesimo alle altre religioni, poneva fine a secoli di persecuzioni.

E tanto si prodigò per sua la diffusione che per la Chiesa ortodossa e le Chiese di rito orientale Costantino è un santo, presente nei rispettivi calendari liturgici,  assente, invece, in quello della Chiesa di Roma che, però, sappiano essere cattolica, ossia universale, soprattutto in vista del Giubileo.

 

 

 

Immagine: Roma, resti già noti alla storiografia ma dimenticati per incuria, riemergono grazie ai lavori del Giubileo, adiacenti allo storico Ponte Milvio, strettamente legato al cristianesimo

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