Viaggio al Louvre dei marmi Torlonia
La più grande collezione privata di arte antica del mondo – la Collezione Torlonia – sarà a giugno al Museo del Louvre di Parigi, prima tappa di un tour mondiale.
I marmi Torlonia saranno ospitati negli appartamenti estivi di Anna d’Austria appena restaurati, sede storica delle collezioni permanenti di scultura antica a partire dalla fine dalla fine del XVIII secolo all’attuale Louvre.
La passione per l’arte antica è stata tramandata dai Torlonia da generazione in generazione. Consta di sarcofagi, busti e statue Greco-Romani frutto sia degli scavi che i principi portarono avanti dal 1809 nelle terre di loro proprietà sia dai vari acquisti che fecero dalle maggiori collezioni di famiglie patrizie romane.
Nel 1866 la famiglia Torlonia acquistava Villa Albani lungo la via Salaria, voluta dal cardinal Alessandro Albani (1602 – 1779), alta testimonianza architettonica del classicismo (il cardinale ne fu un promotore così come lo fu della moderna archeologia), inserita nell’itinerario del settecentesco Grand Tour e luogo storico del Risorgimento essendo qui nel 1870 che si firmava la resa di Roma dello Stato Pontificio.
La collezione Torlonia è tornata a rivivere negli ultimi anni, dopo un lungo periodo di abbandono nei magazzini iniziato con la chiusura del Museo Torlonia, avvenuta a metà del XX secolo, a pochi decenni dalla sua inaugurazione avvenuta nel 1876 per volontà di Alessandro Torlonia che voleva preservarla e tramandarla ai posteri insieme a Villa Albani – un patrimonio “culturale della famiglia per l’umanità”.
L’apertura del Museo era stato preceduta dalla nascita della Fondazione Museo Torlonia, nel 1875; l’anno successivo vedeva la pubblicazione del primo catalogo a cura di Pietro Ercole Visconti, seguito da un secondo del 1884 a cura di Carlo Ludovico Visconti dal titolo I monumenti del Museo Torlonia riprodotti con la fototipia”.
Dopo il lungo oscuramento, dal 2020 la Collezione è tornata ad essere oggetto di mostre, Per il tour internazionale del 2024 è stata organizzata una mostra che oltre ai pezzi pregiati dell’arte antica e i rinvenimenti datati XV o XVI secolo e adattati allo stile del tempo, racconterà la storia della Collezione, fatta di aneddoti e fatti che a loro volta sono di grande interesse storico. Come quello che segue.
Della statuaria Torlonia la più famosa è, forse, Il Caprone, risalente dell’età imperiale, ma secondo la Fondazione omonima, statua già famosa già nel XVII secolo quando sarebbe stata restaurata dal grande Bernini (1598 – 1680, maestro del barocco ma espertissimo nell’arte romana ed ellenistica.
Supposizione rafforzata dal fatto che Il Caprone apparteneva alla Collezione Giustiniani. E Bernini fin da giovane si occupò del restauro dei marmi della vasta Collezione voluta dal marchese Giustiniani e poi confluita nella Collezione Torlonia.
La mostra parigina è curata da Cécile Giroire e Martin Szewczyk rispettivamente esperta di arte e conservatore del Dipartimento di Antichità greche, etrusche e romane del Louvre con la collaborazione di Carlo Gasparri dell’Università Federico II di Napoli e Salvatore Settis della Normale di Pisa i quali, per le mostre di Roma e Milano nel 2020, hanno ricostruito la storia a ritroso della Collezione.
La rinascita della Collezione Torlonia si deve all’accordo tra il Ministero della Cultura e la Fondazione Torlonia che ne ha curato il restauro con il contributo di Bulgari.
Oltre a testimoniare il valore dell’arte antica, documenta la storia del collezionismo privato dei secoli trascorsi.
Mostra: Marmi di Torlonia;
Dove: Museo del Louvre, Parigi;
quando: dal 26 giugno all’11 novembre 2024.
Immagine – Fondazione Torlonia