Antonio Donghi e la tecnologia AR per cogliere la magia del quotidiano

Le opere dell’artista Antonio Donghi, nella mostra La magia del silenzio presso Palazzo Merulana di Roma, ci consegnano il loro significato più intimo e profondo grazie alla tecnologia digitale.

Con ar+e Voce, segno, gesto dell’Arte che si racconta” il progetto realizzato da Nuvola Project, specializzata in installazioni interattive e *performing media, attraverso la tecnologia AR consente a tutti i visitatori compresi i non udenti di “aumentare” l’esperienza della visione di ogni quadro.

Scaricando  dai propri store l’apposita applicazione, realizzata sia per iOS sia per Android,  il visitatore  riceve non soltanto notizie vocali (per una interpretazione visiva di un attrice che si esprime con la lingua dei segni , LIS)  riguardanti l’opera osservata,  ma interagisce con la stessa: muovendosi nello spazio, ad esempio, potrà collocarla nello studio di Donghi, ispezionarlo e lì scoprirne piccoli segreti  che riveleranno  vicende dell’artista, ma anche del suo contesto artistico, immergendosi in una realtà che porta di “arte in arte”.

Per realizzare l’app i creativi-creatori di Nova Project hanno collaborato con gli storici dell’arte del Museo e con l’Ente Nazionale per la protezione e l’assistenza dei Sordi.

OPEN MERULANA. Arte è di tutti se è per tutti

Inaugurata con la mostra di Donghi, l’installazione artistica in AR è usufruibile anche per opere della collezione permanente di Palazzo Merulana composta da 90 opere di grandi maestri del Novecento italiano, tra i quali Giorgio De Chirico, Mario Mafai, Giacomo Balla e lo stesso Antonio Donghi.

E rimarrà anche al termine della mostra La magia del silenzio, come parte integrante del progetto del Museo, OPEN MERULANA, da tempo attivo nell’acquisizione di modi e mezzi al fine di offrire una completa accoglienza inclusione ai soggetti disabili,  con la partecipazione del Ministero della Cultura.

Il realismo magio di Antonio Donghi

Tornando alla mostra, si tratta di un’approfondita retrospettiva dell’artista Antonio Donghi (Roma, 1897 – 1963). Nonostante il suo carattere schivo – probabilmente per la formazione in collegio a seguito della separazione dei genitori – ebbe successo internazionale.

Nel 1925 espose in Germania; l’anno seguente con 10 quadri fece parte di una collettiva negli USA curata dal Ministero della Pubblica Istruzione; poi fu la volta di Parigi. Nel 1927 era nuovamente a New York con una personale di successo, tanto da tornarci nel 28. E continuerà a mietere successi in Italia e all’estero, fino al primo dopo guerra. Poi, forse ance pagando il passato apprezzamento delle autorità fasciste (ritrasse anche Mussolini a cavallo), la sua figura entrerà nell’ombra e la sua fortuna continuerà soprattutto con il collezionismo.

Pittore figurativo, alieno all’astrattismo del suo tempo, il suo tratto pittorico si contraddistingue per la chiarezza e la soavità delle immagini, contrastate da un senso di ambiguità che sottintende un “magico senso di aspettativa”; da cui la riuscita definizione di Realismo magico del critico d’arte tedesco Franz Roh (1890 – 1965).

Un’esplicazione, quella di Roh, dove magico non va inteso nella sua tradizionale accezione di oggetto reale trasformato in fantastico, ma in quella percezione di straniaménto e inimmaginabile che si coglie quando ci si soffermiamo ad osservare con attenzione il quotidiano, scorgendovi aspetti nuovi che ci rivelano la sua profonda autenticità e valenza.

Non crediamo, allora, che il Museo  potesse scegliere autore più consono per inaugurare l’applicazione della tecnologia AR.

 

 

Eventi a Palazzo Merulana

Mostra: Antonio Donghi. La magia del silenzio, a cura di Fabio Benzi;

dove: Palazzo Merulana, Roma;

quando: fino al 26 maggio 2024, prorogata al 20 ottobre 2024.


Installazione permanente con l’inclusiva tecnologia AR ar+e Voce, segno, gesto dell’Arte, realizzata da Nuvola Project.

 

 

 

 

  • nota: *Performing media:  interpretazione dell’innovazione digitale per espandere le possibilità di comunicazione

Immagine: Ritratto senza nome, opera di Antonio Donghi

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