Genova omaggia le sue meretrici. Con i loro tributi si costruì il porto
Se tra il 1300 e il 1400 Genova divenne una potenza economica mondiale, è stato anche grazie al contributo delle tasse versate dalle prostitute.
A cinque soldi al giorno ammontavano tali tributi che furono “essenziali” per edificare i moli del porto e rendere la città la Superba, come punto cruciale dei commerci internazionale.
Nel 2017 su iniziativa della Fondazione Amon, sostenuta dalle Comunità San Benedetto e Princesa,è stata pensata una targa che renda onore e degna memoria a queste donne è “al loro contributo”. Un omaggio che serva anche a rimediare all’ingiustizia di quel tempo che vietava proprio a loro, di avvicinarsi al porto o di salire a bordo delle navi per non distogliere dal lavoro i camalli e i marinai.
Il testo riportato sulla targa, nella versione ancora provvisoria, recita “Tra il XIV e il XV secolo le lavoratrici dell’antica ‘arte del meretricio’ potevano esercitare, protette e curate, versando 5 soldi al giorno alla Repubblica di Genova. Con i proventi di tale gabella la Repubblica finanziò importanti opere monumentali, tra queste la costruzione e l’ampliamento della fabbrica, zona che era vietata alle nostre lavoratrici”.
A cinque anni di distanza sembra essere prossimo il momento di collocare la targa “sulla parte esterna di esterna di Sottoripa, dietro a Palazzo San Giorgio” ha spiegato alla stampa Daniela Marziano, assessore del municipio Centro Est il cui presidente è Andrea Carratù.
“La Sovrintendenza deve ancora pronunciarsi su alcuni dettagli del testo e sul materiale della targa ma “il senso è ormai definito, c’è una delibera municipale e l’operazione si farà” ha assicurato Daniela Marziano, senza tralasciare come l’iniziativa sarà “uno spunto per il dibattito sulla questione mai sopita dell’opportunità di riconoscere e tassare il lavoro delle sex workers del presente”.
Ancora una volta, dunque, la storia genovese rompe la tradizione che vorrebbe quei secoli medioevali oscuri.
Della stessa epoca, come abbanews.eu riportò nel 2020, risalgono i contratti che univano civilmente 2 uomini, emersi dall’Archivio notarile di Genova, il più antico del mondo.
Non si trattava di una pratica straordinaria bensì rientrava nella consuetudine e accettata da ogni parte del mosaico sociale del tempo, Chiesa compresa, come dimostrano sia i 2 termini ben precisi ed esplicativi – communio o fraternitas – e i figli dell’uno diventano figli anche dell’altro. Termini di convivenza ben più coerenti con i principi di umanità universali ed evoluti, rispetto a oggi … .
Immagine: Genova, stampa da lastre in rame del XVII realizzata dall’incisore Matthaus Merian il Vecchio (Basilea, 22 settembre 1593 – Bad Schwalbach, 19 giugno 1650)