Il trapianto di cellule staminali del midollo osseo e l’HIV
Dopo il trapianto di cellule staminali del midollo osseo per guarire dalla leucemia, il paziente risulta guarito anche dall’HIV, un caso che – sommandosi ad antecedenti analoghi – potrebbe rivelarsi una scoperta rivoluzionaria, come si apprende dal relativo studio compiuto dagli studiosi dell’Università di Düsseldorf e pubblicato da Nature Medicine.
Il caso
Il paziente, cinquantatreenne, aveva già l’HIV quando, nel 2011, gli fu diagnostica una leucemia mieloide acuta che richiese nel 2013 il trapianto di staminali di una donatrice, al quale fece seguito la chemioterapia. Nel contempo continuava ad essergli somministrata la terapia antiretrovirale, sospesa però nel 2018 perché il virus non era più rilevabile.
Nel 2019 i medici di Düsseldorf ne riferirono, per la prima volta, l’esito positivo, confermato con la pubblicazione attuale dove i ricercatori riaffermando che l’uomo (che per motivi di privacy mantiene l’anonimato e si conosce come ‘il paziente di Düsseldorf’) non presenta traccia rilevabile del virus dell’AIDS, nonostante la terapia antiretrovirale sia stata sospesa ormai da 4 anni e il trapianto eseguito 9 anni fa.
Bjorn-Erik Ole Jensen, primo autore dello studio, si spinto a dichiarare ad abcNews.com (ripreso da wired.it) che si tratta “davvero di una cura e non solo di una remissione a lungo termine” invitando però alla cautela perché se questo esempio fa, ovviamente, sperare “c’è ancora molto lavoro da fare”.
Il paziente di Düsseldorf, come detto, rientra nel piccolo gruppo di casi di guarigione dall’HIV segnalati, dopo aver ricevuto un trapianto di cellule staminali.
Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche
Il trapianto di cellule staminali – più precisamente detto trapianto di cellule staminali ematopoietiche, più comunemente trapianto del midollo osseo – impiegato per risolvere le neoplasie ematologiche e non, pur essendo in continua evoluzione è tuttora una tecnica molto complessa e ad alto rischio e viene eseguito in assenza di altre possibilità terapeutiche.
Consiste nel sostituire il midollo osseo – e con esso il sistema emopoietico ed il sistema immunitario, che non funzionano a causa della malattia – con quello del donatore, attraverso il trapianto delle cellule staminali ematopoietiche, che si trovano all’interno del midollo osseo (e nel sangue del cordone ombelicale del nascituro) e che danno origine a tutti gli elementi del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Tale tecnica potrebbe risultare efficace anche per la cura dell’HIV, posto che i pazienti guariti hanno ricevuto dai donatori anche la mutazione genetica (di cui è provvista soltanto l’1% della popolazione) che resiste all’infezione dell’HIV, essendo in grado di eliminare la proteina Ccr5, attraverso la quale il virus entra nelle cellule del sangue.
L’HIV oggi
L’HIV o virus dell’immunodeficienza causa la malattia infettiva AIDS, che inibisce le difese immunitarie dell’organismo, esposto così a ogni tipo di infezione e/o malattia.
Ancora oggi, da quando il virus è stato riconosciuto ufficialmente nel 1981, non esistono cure o vaccini per eradicare l’infezione di cui soffrono 40 milioni di persone al mondo, tenuta a bada attraverso le terapie antiretrovirali.
Da tempo la scienza (inclusa quella italiana) è impegnata per sviluppare un vaccino di prevenzione, ma finora ha registrato soltanto fallimenti.
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