Anagni e il suo museo. Dal paleocristiano a Dante Alighieri
L’arte è un ponte tra noi e il mondo, un linguaggio per descrivere sentimenti ed emozioni che nessuna parola potrebbe esprimere e suscitare. Amando l’arte si entra in contatto con la bellezza e, spesso in Italia, non costa nulla.
Un esempio è il Museo della Cattedrale di Anagni, piccola città a pochi chilometri da Roma, famosa per l’episodio storico (Lo schiaffo di Anagni, 1303) che vide al centro la difesa del suo concittadino, papa Bonifacio VIII (al secolo Benedetto Caetani), personaggio controverso (odiato da Dante perché protettore della fazione opposta che lo costrinse all’esilio e che condanna nella Commedia per simonia – Inf. XIX) e dal papato turbolento come accadeva in quei tempi.
Appena si entra nella Cattedrale – museo s’incontrano venuste che attraversano i secoli: un concentrato di storia, cultura e tradizioni cristiane.
In non molto spazio si racchiudono avvenimenti, non molto conosciuti, che sorprendono come nella sua biblioteca dove sono conservati volumi del XV secolo e, in particolare, gli incunaboli, i primi prodotti della tipografia, chiamati anche quattrocentine e tra essi vi è una copia del 1517 del codice Giustiniano.
Le tre stanze della sacrestia contengono oggetti d’oro e argento e spiccano in bella evidenza i busti dei patroni di Anagni: San Pietro da Salerno e San Magno da Trani.
Sia la Sala Capitolina che la Cappella del Salvatore conservano affreschi, decorazioni, icone e opere lignee, oltre a mobili in noce e mogano in stile impero risalenti al XIX secolo.
La Cattedrale, che ospita il museo, è stata ultimata nel 1104 ed è dedicata a Santa Maria Annunziata ed è suddivisa in tre navate con elementi gotici specie nel presbiterio.
Il pavimento in stile cosmatesco è decisamente una preziosità e non può non suscitare ammirazione, così come l’immagine della Vergine con bambino, affiancata da San Magno e Santa Secondina, posta nella lunetta sopra l’altare maggiore.
Nel sotterraneo vi sono due cripte: l’oratorio dedicato a San Thomas Becket, arcivescovo assassinato a Canterbury, le cui pareti conservano un ciclo pittorico, dipinto sicuramente dopo la canonizzazione del santo e dove sono raffigurate scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, il Giudizio Universale e episodi della vita del santo compresa la rappresentazione del suo martirio.
Anche la cripta di San Magno è straordinaria per le sue pitture che descrivono la salvezza dell’uomo in virtù di teorie filosofiche e scientifiche, così come la storia dell’Alleanza e dell’Apocalisse di San Giovanni di Patmos.
Lateralmente, le stanze del Lapidario conservano lapidi di epoca romana, paleocristiana, medievale e moderna, oltre ad un arredo liturgico dell’epoca carolingia. Visitare il museo è come viaggiare indietro nel tempo, scoprendo tesori dei quali, forse, si ignorava l’esistenza e si comprende perché questa sede episcopale, tra i più importanti monumenti laziali, vale proprio la pena visitarla.
Anche online, se non può andare ad Anagni, sulla piattaforma Zoom dove si possono fare visite in 3D alla Cripta di San Magno, famosa anche come La Cappella Sistina del Medioevo e, a richiesta, seguire la spiegazione dell’Oratorio di San Thomas e della Cattedrale (rimandiamo gli interessati al link: cattedraledianagni.it/museo/visite-3d).
L’arte è la misura della nostra vita e, per questo, goderne appieno è come farla durare il più a lungo possibile.
Immagine: Anagni – Cripta di San Magno, tratta dalla pagina Facebook del Museo della Cattedrale