L’avveniristico Jinghe Centre. Nel nome di Zaha Hadid

Jinghe New City Culture & Art Centre

Il nuovo complesso Jinghe New City Culture & Art Centre a nord della città di Xi’an – nella provincia cinese dello Shaanxi, Cina – avrà la forma sinuosa delle valli formate dallo scorrere del fiume Jinghe. Da cui le stratificazioni di superfici e successione di volumi che s’ integrano fra loro e con l’ambiente circostante.

Considerato come elemento di connessione e collegamento fra le altre costruzioni previste nel distretto denominato Jinghe Bay Academician Science & Technology Innovation, la costruzione avrà percorsi sopraelevati, giardini e aree pedonali connessi con le otto corsie riservate al traffico su gomma. All’interno, invece, ci saranno una biblioteca multimediale con spazi per la lettura e per lo studio individuale o collettivo, studi per artisti, gallerie d’arte, un teatro con 450 posti modulare in base alle esigenze delle rappresentazioni e sale multifunzionali.

Disegnato dallo studio  Zaha Hadid Architects (ZHA), sarà costruito soprattutto  con materiali di produzione locale, nel pieno rispetto dei parametri del programma China Green Building, con pannelli fotovoltaici per la produzione di energia e sistemi di raccolta dell’acqua piovana.

Il futuro adesso

Lo studio ZHA – fondato dalla compianta architetta Zaha Hadid, autrice fra l’altro del Maxxi di Roma e del grattacielo City Life di Milano, e oggi diretto dall’architetto Patrik Schumacher – è anche l’ideatore della mostra Meta-Horizons: The Future Now, presso il centro culturale Dongdaemun Design Plaza (DDP) di Seoul, capitale della Corea del Sud, a sua volta progettato dallo studio.

Sotto forma di arte digitale interattiva, lo ZHA mostra il proprio sistema concettuale di progettazione, il proprio processo creativo e, quindi, il conseguente lavoro di ricerca. Incorporando le “tecnologie immersive e metodologie di fabbricazione futuristiche – riporta il sito parametric-architecture.com – segna l’integrazione fondamentale tra architettura e media digitali”.

Sotto i 3 mega – temi, quali Innovazione, Immaginazione e Interazione, la mostra è ripartita nei seguenti 4 “gruppi di ricerca”: computazione e design, realtà virtuale, analisi e approfondimenti e processi di interazione sociali.

Dalla mostra – visitabile fino al 18 settembre 2022 –  è evidente come lo studio sappia portare avanti la visione pioneristica lasciategli in eredità da Zaha Hadid, scomparsa nel 2016 all’età di 66 anni.

Zaha Hadid

Nata a Baghdad (Iraq), studentessa della facoltà di Matematica presso l’Università Americana di Beirut, Zaha Hadid si trasferisce a Londra nel 1972 per frequentare la scuola di specializzazione Architectural Association School of Architecture’s (AA) dove nel 1977 ottiene il Diploma Prize e dove inizia l’attività di docente che la porterà alle università di tutto il mondo.

Lo studio, Zaha Hadid lo fonda nel 1979, a ventinove anni: studio che nel 2013 conterà 246 architetti dipendenti.

Il suo stile inconfondibile dalle abbondanti curve e volte ardite oltre ad aver portato l’architettura nel XXI secolo è rimasto sempre fedele alla concezione del suo lavoro che “deve contribuire al progresso della società e al benessere individuale e collettivo”. Vale a dire Zaha Hadid ha saputo coniugare carattere e bellezza senza mai perdere la coerenza con il significato e l’utilità del luogo. Mai inutili virtuosismi seguendo sempre la disciplina come principio fondamentale.

Il suo contributo nel campo dell’architettura è stato ampiamente riconosciuto dalle istituzioni professionali e dalle accademie di tutto il mondo come dimostra  il Pritzker Architecture Prize, il massimo riconoscimento internazionale per l’architettura che vince nel 2004 e  a seguire l’assegnazione ai suoi progetti nel 2010 (per il MAXXI di Roma) e 2011 (per Evelun Grace Academy, Londra)  dello Stirting Prize; nel frattempo l’Unesco  le conferisce il titolo di Artista per la pace; riceve dalla Francia l’onorificenza di Commendatore delle arti e delle lettera e dall’Ordine dell’Impero Britannico  la  nomina di Commendatore nel 2012 e Dama di Commenda nel 2016 per i servigi resi all’architettura

Ricoverata per bronchite,  Zaha Hadid muore in un ospedale di Miami (Stati Uniti) il 31 marzo 2016 a causa di un attacco cardiaco.

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