Alla corte parmense dei Farnese. Architettura, arte, potere

Tornano a Parma i Farnese la nobile famiglia del Rinascimento che la governò dal 1545 al 1731.

Negli spazi della Pilotta, riportati alla primaria bellezza dai recenti restauri, scorrerà la storia dell’importante famiglia, di caratura europea,  governatori del Ducato di Parma e Piacenza e quello di Castro, dal Cinquecento a inizio Settecento.

Tra gli esponenti più illustri nel corso della storia, ricordiamo, papa Paolo III, nato Alessandro (1468 – 1549), il cardinale Alessandro Farnese (1520 – 1589), grande mecenate, Alessandro Farnese (1545-1592) III duca di Parma e Piacenza e IV duca di Castro nonché governatore dei Paesi Bassi spagnoli e Elisabetta Farnese (1692-1766), ultima erede della casata, regina consorte di Spagna (moglie di Filippo V), di tale personalità da influenzare la geopolitica del suo tempo.

Il vasto e sfarzoso complesso detto la Pilotta, residenza della corte e centro di governo della famiglia ducale e oggi polo museale, dal 18 marzo 2022 accoglierà la mostra I Farnese, architettura, arte potere, correlata dal progetto musicale e artistico, le Settimane Farnesiane, una serie di concerti nel Teatro Farnese oltre a una sezione sulla cultura musicale del tempo del Ducato.

Accanto alla già preziosa Collezione Farnese saranno esposti quadri provenienti da collezioni pubbliche e private, italiane ed europee, di Raffaello, Tiziano, El Greco e Annibale Carracci e una rarità che rende questa mostra unica nel suo genere, la Messa di San Gregorio, il mosaico di piume che raffigura l’apparizione di Cristo al papa Gregorio Magno inviato a Paolo III nel 1539: un prestito del Musée des Amériques – Auch (Francia) – sede di 8mila opere d’arte precolombiane.

Il mosaico di piume azteco

La Messa di San Gregorio è un capolavoro dell’arte indigena, per l’esattezza degli amantecas, i maestri aztechi dell’arte plumaria che vivevano nel Messico del XVI secolo, periodo della prima colonizzazione spagnola e realizzata per ringraziare Paolo III, il quale con la bolla, Sublimis Deus del 1537, riconosceva l’umanità dei nativi americani, il loro diritto alla libertà e alla proprietà privata, condannandone lo sfruttamento. 

Il catalogo della mostra riporta un saggio di uno dei maggiori storici e antropologi dell’America Latina, Serge Gruzinski  che del mosaico evoca  la testimonianza figurativa della volontà dei nativi di difendersi e di difendere la propria cultura, una resistenza frutto anche “della mescolanza tra la cristianità iberica e la giovane cristianità amerinda”.

La bolla, però, fu revocata dallo stesso Paolo III per evitare lo scontro con l’’imperatore Carlo V. Né il mosaico giunse mai a Roma. Approdato in Europa, attraverso varie vicende fu accolto nell’antico museo francese.

I curatori

La mostra – che andrà avanti fino al 31 luglio 2022 – è a cura di Simone Verde, direttore del Complesso Monumentale della Pilotta, degli studiosi dell’Università di Parma  Bruno Adorni e Carlo Mambriani, Carla Campanini, Maria Cristina Quagliotti, Pietro Zanlari. Il Comitato scientifico è presieduto dal professore Bruno Adorni.

 

 

Immagini: 1)  Ritratto di papa Paolo III con i nipoti Alessandro e Ottavio Farnese, Tiziano – 1546; 2) Messa di San Gregorio Magno, mosaico in piume realizzata dagli amantecas i maestri aztechi dell’arte plumaria, 1539, circa

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