Micheal Collins. Il romano che raggiunse il punto più lontano dalla terra

Nella missione Apollo 11 che portò per la prima volta l’uomo sulla luna, Micheal Collins, deceduto a 90 anni dopo una lunga malattia, fu l’astronauta che rimase a bordo.

In quello storico 20 luglio 1969 mentre Neil Armstrong e Edwin Eugene Aldrin Jr. passeggiavano sulla superficie lunare, Collins rimase sul modulo Columbia, in orbita. Ogni volta che la navetta girava dietro la Luna, le comunicazioni con la Terra erano interrotte e Collins, ignorando la sorte dei suoi compagni, rimaneva solo nell’Universo; e da solo toccò il punto più lontano dalla Terra che l’uomo abbia mai raggiunto.

Non mise piede sulla luna il romano Collins (nato in via Tevere 16, dove una targa lo ricorda), ma, come racconta nella sua autobiografia Carrying the fire: an astronaut’s Journeys, non visse un’avventura meno straordinaria dei suoi colleghi. “La fortuna ha governato il 90% della mia vita. Sono arrivato al momento giusto, sono sopravvissuto a una carriera pericolosa e ho trovato il successo – diceva Collins – scrivete ‘fortunato’ sulla mia lapide”.

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