Economia circolare. Lo scettro a rischio dell’Italia regina

L’Italia non perde il suo primato nel campo dell’economia circolare e si conferma Paese leader in Europa. come già avvenuto nei 2 anni precedenti.

A confermarlo la 3° edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare 2021 presentato dagli elaboratori CEN – Circular Economy Network ed Enea, il 23 marzo 2021.

L’Italia è prima con 79 punti, segue la Francia con 68, Germania e Spagna sono terze a pari merito con 65 punti e quarta la Polonia con 54 punti.

Nell’Unione Europea il settore circolare impegna complessivamente 3,5 milioni. L’Italia conta 519mila occupati, in oltre 25mila aziende, con 14 brevetti depositati.

Dove eccelliamo è nella *produttività delle risorse: ogni Kg di risorsa consumata genera 3,3 euro di Pil, contro una media europea di 1,98 euro; nella percentuale di riciclo di tutti i rifiuti, con il 68% rispetto alle media dell’Unione che si attesta al 57%.

Il Rapporto, però, avverte: “Il primato è a rischio”. Pur mantenendo lo scettro nel 2020, il nostro Paese non presenta “miglioramenti significativi” mentre la Francia, seconda classificata, avanza di 1 punto, accorciando il distacco.

Positivo il risultato mondiale del settore nel contrasto ai cambiamenti climatici. Il Circularity Gap 2021 del Circle Economy ha misurato un incremento percentuale della circolarità più che raddoppiato: dall’8,6% del 2019 si è raggiunto il 17% nel 2020. Continuando con lo stesso passo “si possono ridurre i consumi dei materiali dalle attuali 100 a 79 giga-tonnellate e tagliare le emissioni globali di gas serra del 39% l’anno” e contribuire a centrare l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050.

*la produttività delle risorse equivale al rapporto tra il prodotto interno lordo (PIL)e il consumo di materiale interno (CMI)

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