Che sia riconosciuta la lingua dei segni

Dal 1958 in Italia si celebra la Settimana Internazionale del Sordo che cade ogni ultima settimana di settembre ed è riconosciuta e onorata ogni anno dalla comunità globale dei sordi. Nell’ambito di questi giorni ricorre la Giornata mondiale del Sordo, il 28 settembre, che si propone di ribadire i Diritti delle Lingue dei Segni per Tutti.  Un diritto che in Italia ancora non è stato legiferato e così il nostro Paese è l’unico rimasto in Europa a non aver riconosciuto, a livello nazionale, la Lingua dei Segni (LIS).

Per questo motivo il 28 settembre 2019, la comunità sorda è scesa in piazza a Bologna e a Milano: 4mila persone, secondo l’Ente Nazionale Sordi (ENS), fuse in un’unica voce per chiedere pari opportunità, diritto che, inevitabilmente, passa attraverso la ratifica della proposta di legge del riconoscimento della lingua dei segni, che ormai giace in parlamento da 10 anni.

In tal senso parole di speranza sono giunte dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: presente al convegno sull’argomento organizzato a Bologna, si è preso l’impegno di “promuovere tale riconoscimento”  promettendo di fare di più “per rimuovere tutti quegli ostacoli alla reale inclusione nella vita di tutto i giorni”. Le parole di Giuseppe Conte scaldano il cuore alla comunità sorda e non, posto che ha trattenuto per la Presidenza del Consiglio le deleghe sulla disabilità. Come ha ricordato lo stesso Conte a Bologna: “Sono ancora più responsabile”.

E, dunque, che sia la volta buona, giacché per dirla con le parole di Giuseppe Petrucci, presidente nazionale dell’ENS “ad oggi i cittadini sordi sono di serie B. A scuola, all’università, davanti alla TV, al cinema, a teatro o in un museo, negli uffici pubblici o in una stazione ferroviaria, negli ambienti di lavoro, nel chiamare soccorso e persino in ospedale, le persone sorde non sono trattate in modo eguale a tutti gli altri.”

 

Fotografie tratte dal sito: Ens.it

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