Leggere. Secondo Steve McCurry
Conosciamo il fotografo Steve McCurry (Philadelphia 1959) per il suo celebre scatto a Sharbat Gula, noto al mondo come il ritratto della Ragazza afgana realizzato negli anni Ottanta e pubblicato dalla rivista National Geographic.
McCurry rifotografò Sharbat Gula nel 2002 quando, caduto il regime talebano, partì per l’Afganistan alla ricerca della donna della quale non aveva avuto più notizie. Solo allora Sharbat seppe che la sua immagine di quando aveva soltanto 12 anni era diventata un’icona del XX secolo, simbolo della sofferenza del suo popolo.
L’Afganistan, Steve McCurry, la conosce bene. L’ascesa della sua carriera di fotografo è iniziata lì. Vi arrivò poco prima che fosse invasa dalla Russia (1979), attraversando il confine con il Pakistan, travestito da nativo. Giorni difficili pieni di pericoli ma che non impedirono al giovane fotografo di riprendere la realtà che lo circondava. Con i rotoli dei negativi cuciti nei suoi vestiti ne uscì vivo e fu il primo, come racconta il National Geographic, a mostrare al mondo il conflitto in Afganistan; anche attraverso il ritratto a Sharbat Gula, ancora oggi considerato tra le immagini più riconoscibili al mondo.
In un viaggio precedente in India aveva compreso come catturare l’essenza delle persone in uno scatto: guardando e aspettando. “Se aspetti – racconta il fotografo – le persone dimenticheranno la tua macchina fotografica e mostreranno l’anima”.
Dopo l’Afganistan McCurry ha coperto altre aree di conflitto tra le quali Beirut, Cambogia, ex Jugoslavia, e Tibet, consegnandoci le conseguenze devastanti della guerra riprendendo i volti umani piuttosto che le macerie.
I suoi reportage hanno occupato le pagine dei giornali e delle riviste più importanti del mondo, ma tanti sono anche i libri che Steve McCurry ha pubblicato a partire dal 1985. Quindici di questi volumi, alcuni ormai introvabili, sono presenti nella sezione apposita della mostra dedicatagli che, dopo Torino, approda alla Galleria Estense di Modena, fino al 20 gennaio 2020. Una di queste pubblicazioni, la raccolta Leggere edita Mondadori, ha ispirato la mostra stessa, curata da Biba Giacchetti
70 immagini scattate nell’arco di 40 anni e che ritraggono persone colte nell’atto della lettura in ogni parte del mondo. Un atto che non conosce distinzioni di sorta: giovani, anziani, ricchi, poveri, religiosi laici sono stati sorpresi dall’attento occhio di McCurry assorti nella lettura di libri o giornali, nei luoghi di preghiera in Turchia, nei mercati italiani, tra i rumori dell’India o nel silenzio dell’Asia orientale.
Le fotografie sono accompagnate da brani letterari scelti per l’occasione dallo scrittore e fotografo Roberto Cotroneo che creano – spiegano gli organizzatori “un contrappunto di parole che coinvolge il visitatore in un rapporto intimo e diretto con la lettura e con le immagini” di Steve Mc Curry.