Una rosa rossa

Quanto è lunga la strada dei ricordi? Non lo sapremo mai, perché terminerà solo quando il nostro cervello si spegnerà, e non riusciremo più a tornare indietro nel nostro passato. Ed è per questo che scrivere rappresenta l’unicità di ogni persona perchè ogni minuto vissuto con qualcuno che ti è caro non ci sarà mai più perchè è semplicemente irripetibile così il cercare di tramandarlo vuol dire registrare ogni spazio della nostra vita fino a quando ne saremo capaci.

Sembra impossibile, ma le emozioni fanno parte di te, sia che siano positive che negative. Così ogni volta che vedo offrire un mazzo di rose rosse sento un colpo al cuore. Negli anni settanta impazzava dai jukebox la voce di Little Toni, ed il ragazzo con il ciuffo era un simbolo per la gioventù di allora. Durante il Cantagiro arrivava sulla sua fiammante spider rossa ed indossava quegli originali giubbotti con frange che facevano tanto Elvis Presley. E lo ricordo ragazzino che in compagnia dello zio Settembrino suonava la chitarra e si esibiva al caffe Tritone nel mio paese.

Quel mattino di febbraio però fu per me una sorpresa incontralo davanti dalla porta dell’ascensore della Clinica Mater Dei, e quel che mi colpì maggiormente fu quell’enorme corbeille di rose rosse che quasi non entravano nell’abitacolo.

L’avvenimento che aveva portato alla consegna di quei bellissimi fiori era importante: la nascita di sua figlia Cristiana. Per me e per la mia famiglia prendere quell’ascensore o salire quelle scale, era dettato da ben altre circostanze: una dolorosa malattia che come una scure si era abbattuta sulla persona di mio fratello.

Venticinque anni, fisico da atleta e buono come il pane. Furono giorni durante i quali la nostra speranza si accendeva e si spegneva ogni ora La fiducia riposta nel professore Paride Stefanini era tanta ma quando sembrava che la salute del nostro caro fosse in procinto di ritornare, successe l’imprevisto e le ore di coma divennero sempre più ripetute.

Non c’era nemmeno il tempo per piangere, la nostra assistenza era costante ed ininterrotta. Ad un certo punto una suora venne in camera e ci diede da bere un fialetta, era un tranquillante, ciò stava a significare che la vita di mio fratello era giunta al capolinea. Sì, io scoppiai a piangere senza ritegno ed uscii dalla stanza proprio mentre Little Toni usciva dalla camera di sua moglie.

Mi si avvicinò, forse mi disse qualche parola che io non compresi. Si allontanò e ritornò con una rosa rossa in mano. L’aveva tolta dal cesto che avevo visto cinque giorni prima dentro all’ascensore. Mi disse, e questo lo ricordo: ” La dia a sua mamma, perchè un figlio vale più di ogni cosa al mondo”-

Ecco perchè le rose rosse mi parlano di attimi dolorosi ma che nello stesso non voglio dimenticare, e la canzone Cuore matto ogni volta che l’ascolto mi riflette il volto di Little Toni che mi porge quel fiore e che mia madre ricevette con simpatia.

Poi la vita ha voluto ripetersi e come in uno specchio mi sono rivista con una rosa rossa in mano. Questa volta è finita tra le mani legate da una coroncina del rosario ed è stato l’ultimo dono che ho fatto a mio marito. Da una rosa all’altra, da una spina all’altra il mio cuore è stato ferito ed ha versato davvero tante lacrime… simili ad una pioggia di petali rossi.

 

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