DigVentures. Archeologia condivisa e partecipata
Se si è appassionati di archeologia e si vuole partecipare alle ricerche, pur non avendone le competenze, si può provare la soddisfazione di partecipare alla realizzazione di un progetto e a provare il brivido dello scavo grazie a DigVentures.
Nel 2011, sulla scia della recessione economica che aveva assottigliato notevolmente i fondi per la ricerca nel settore, in Gran Bretagna un gruppo di archeologi ha deciso di ricorrere alle opportunità del web creando una piattaforma digitale che combinava il crowdfunding (raccolta fondi) e il crowdsourcing, ossia la raccolta e/o scambio di idee e sviluppo del progetto coinvolgendo una comunità su scala mondiale. È nata così, la social business DigVentures, ideatrice della piattaforma DigStarter, che si è fatta conoscere affidando la promozione dell’iniziativa ai social media e ai mezzi di comunicazione digitale.
Una promozione di successo giacché dopo un anno la DigVentures era operativa. Il primo progetto realizzato è stato nel 2012 con la ripresa degli scavi nel sito Flag Fen, l’antico monumento di legno (nella foto a lato) risalente all’età del bronzo (3300 anni fa circa) che sorge vicino a Peterborough (regione est dell’Inghilterra) grazie a 27mila sterline raccolte da 250 finanziatori di 11 Paesi. Pur essendo la prima esperienza della DigVentures sono state 130 le persone che hanno ricevuto la formazione pratica di tecniche archeologiche in loco.
Da allora la DigVentures non si è più fermata. Rivitalizzando la ricerca archeologica britannica ha ripetuto il primo successo sia in Inghilterra (ad esempio con gli scavi della prima costruzione della chiesa a Lindinsfarne – periodo Alto Medioevo – base dell’evangelizzazione dell’Inghilterra del nord e poi sede vescovile), sia all’estero.
Il modello operativo
I progetti DigVentures sono coordinati attraverso la piattaforma che connette gli archeologi che lanciano il progetto, le istituzioni del settore archeologico e la folla mondiale di partecipanti che vengono attivamente coinvolti. Sono gli archeologi che propongono il progetto di ricerca archeologica e a fissare i tempi di lavoro e il relativo budget.
Il pubblico, oltre a contribuire al finanziamento del progetto, ha la possibilità di partecipare allo scavo (guidato dagli archeologi) e di apprendere nuove competenze che spaziano a tutte le attività che ruotano intorno allo scavo come ad esempio la geofisica o la fotografia archeologica o materie e attività concernenti il periodo storico relativo dello scavo: ad esempio durante i lavori di recupero a Lindinsfarne, nel 2013, dove sono stati organizzati corsi di ceramica post-medioevale; impareggiabile rimane la soddisfazione di aver concorso a una ricerca d’importanza mondiale.
Dal 2014 DigVentures ha sviluppato Digital Dig Team (Sistema di gestione della comunità): una piattaforma software open source che consente agli archeologi di descrivere il lavoro con video in diretta dagli scavi, nonché conferenze e interviste con esperti; e di migliorare la ricerca stessa, pubblicando in tempo reale i risultati raggiunti al team di specialisti in rete. Per diffondere la cultura dell’archeologia e renderla accessibile anche ai bambini dall’interno di Digital Dig Team si accede alla versione didattica “Cyber Dig” basata sulla simulazione di uno scavo.
Per saperne di più, si può visitare il sito: DigVentures