Pompei ci restituisce un Termopolio integro
Pompei non cessa mai di stupirci. Dalla ripresa del progetto di manutenzione e restauro della Regio V è emerso un Termopolio con un bancone preziosamente decorato con l’immagine di una ninfa marina a cavallo e animali raffigurati con colori forti al punto da regalarci un’immagine tridimensionale.
I termopoli erano luoghi dove si servivano bevande e cibi caldi, conservati in grandi dolia (giare) incassate nel bancone in muratura. Erano molti diffusi nell’epoca romana, dove era d’uopo consumare il prandium (pasto) fuori casa. A Pompei se ne contano circa 80 ma a ora nessuno aveva presentato un bancone interamente dipinto. Da cui l’importanza del ritrovamento.
Ma la sorpresa se pur grande non termina qui. Di notevole importanza oltre che archeologica, storica e scientifica sono i recipienti rinvenuto con tracce di alimenti. Gli esperti del Parco archeologico di Pompei, infatti, sono già all’opera per analizzare i materiali residui e verificare quanto questa scoperta possa aggiungere nuovi dati sulle abitudini alimentari dell’epoca romana.
Inoltre, ha informato il direttore generale del Parco, Massimo Osanna “per la prima volta si è scavato un intero ambiente con metodologie e tecnologie all’avanguardia che stanno restituendo dati inediti“. E oltre alle indagini già condotte in situ dal team interdisciplinare – composto da un antropologo fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo e vulcanologo – si affiancheranno “successive analisi chimiche in laboratorio per comprendere i contenuti dei dolia (contenitori in terracotta).
Merita di essere menzionata anche la pavimentazione del locale costituito da uno strato di coccio pesto (composto di frammenti di terracotta con proprietà impermeabile) frammezzato da marmi policromi: alabastro, portasanta, breccia verde e bardiglio e il ritrovamento di diverso materiale da dispensa e da trasporto: 9 anfore, una patera di bronzo, 2 fiasche, un’olla di ceramica comune da mensa.
I lavori di scavo e studio rivolti al centro commerciale (come forse si potrebbe definire oggi la zona presa in esame) e che ci hanno restituito il Termopolio sono iniziati nel 2019 in occasione del Grande Progetto Pompei per la messa in sicurezza e consolidamento degli scavi. Resosi conto dell’importanza dei nuovi ritrovamenti, si è deciso di estendere il progetto e riportare alla luce l’intero ambiente in modo da restaurarlo e, quindi, proteggerlo in modo adeguato.
A questa zona che si tra il vicolo delle Nozze d’argento e quelli dei Balconi, di fronte al Termopolio, si devono le ultime scoperte di Pompei: la cisterna, la fontana, una torre piezometrica e il più famoso affresco dei Gladiatori in combattimento e ossa. Alcune umane che studiate sono state attribuite a un individuo di circa 50 che, con ogni probabilità, fu colto dalla colata di lava mentre era su un letto del quale restano tracce. Altre ossa sono ancora da analizzare.
Il Termopolio e la sua scoperta saranno raccontati nel docufilm Pompei, ultima scoperta, che andrà in onda sul canale Rai 2 il 27 dicembre 2020, in prima serata. Diretto da Pierre Stine e prodotto da RAI Documentari, l’opera è reduce dall’assegnazione del premio World Congress of Science & Factual Producersd 2020, come miglior progetto multi format.