Visibilità comprata: Twitter fa la guerra agli account farlocchi
Operazione anti celebrità farlocca di Twitter. Il social network di microblogging che ci convince della possibilità di ridurre tutto dentro a 280 caratteri ha dichiarato guerra aperta agli account finti – o presunti tali – che affollano la schiera dei followers delle celebrità.
Perché ci sono così tanti account finti? – In pratica, il problema è sempre il solito: i furbi. Che, magari, si fanno pure pagare per esserlo. Mettendo in vendita il tempo necessario a creare un pacchetto di finti profili da iscrivere come follower a questo o quell’account vip, in modo da accrescerne artificialmente la popolarità. A parte un mero problema di etica, questa compravendita di celebrità virtuale crea due grossi problemi al social network in questione: da un lato, abbassa l’autenticità dei dati di diffusione dei contenuti; e, dall’altro, crea aspettative artificiose di visibilità, creando al contempo problemi non da poco nel rapporto con gli inserzionisti, veri motori economici dell’impero dei social network stessi. Ecco che, quindi, si corre ai ripari.
Ma di cosa stiamo parlando: robottini, o spam? – No: quelli ai quali Twitter ha annunciato di voler fare la guerra non sono gli account creati artificiosamente da algortimi o programmini. Sono invece quei profili creati originariamente da persone fisiche (che, magari, lo fanno pure di mestiere spacciandosi poi per social media specialist) che non hanno nessun altro scopo di crearli se non di venderne l’adesione a questo o quel profilo in modo da alterarne la dimensione della platea.
E come si riconoscono? – Il modo per riconoscerli è molto semplice: Twitter mette sotto la lente di ingrandimento tutti quei profili personali che hanno dei comportamenti anomali, tipo delle vere e proprie impennate molto limitate nel tempo di attività, e poi lunghi periodi di silenza. A questi account Twitter manda semplicemente una mail all’indirizzo indicato durante la registrazione: se a questa mail non ci fosse risposta (ed è logico aspettarsi, se son fraudolenti, che non vi sia, altrimenti quei social media specialist farlocchi non potrebbero fare altro dalla mattina alla sera che rispondere) l’account viene bloccato.
Funziona? – Dai primi dati e secondo le prime previsioni, pubblicate tra gli altri dal New York Times, il calo di followers medio sarà intorno al 6%, ma sarà ben maggiore per quegli account che annoverano milioni di fan. Secondo la giornalista del Washington Post Elizabeth Dwoskin, per esempio, in un giorno di attività l’ammazza followers farlocchi ha già “tolto” 100mila followers a Trump, e ben 400mila ad Obama (che hanno rispettivamente 53.4 milioni e 104 milioni di “seguitori”). Questo, ovviamente, non vuol dire che Trump o Obama avessero fisicamente “comprato” quelle decine e decine di migliaia di account finti, ma dà la tara di quanto il problema sia diffuso, grave, serio, rendendo molto meno “credibili” i numeri di riferimento delle platee esistenti online.