Studenti Erasmus sul “percorso maledetto”

Autostrada AP7La generazione Erasmus sta per compiere 30 anni e in questo periodo milioni di studenti hanno avuto l’opportunità di vivere un’esperienza unica e altamente educativa (in senso lato) sia da un punto di vista personale che formativo-professionale. Si parla anche di figli “Erasmus” i cui genitori si sono conosciuti proprio grazie al programma comunitario.

L’incidente del pullman che trasportava studenti appartenenti al programma Erasmus, domenica 20 marzo 2016, lungo l’autostrada AP7 nei pressi della città catalana di Tarragona, ha interrotto il sorriso e la voglia di vivere di 13 studenti, di cui 7 ragazze italiane. L’Italia è stato il paese che ha riportato maggiori vittime.

L’autista di 63 anni del pullman che è attualmente si trova in  gravi condizioni, nonostante il primo giorno sembrasse non avere riportato ferite serie,  ha dichiarato di aver avuto un colpo di sonno. Fatalità ed errore umano sembrano essersi sommate ad un’autostrada che, in particolare nel km 333 dove si è svolto l’incidente, da anni sembra essere protagonista di numerosi scontri. La causa non è chiara, visto che si tratta di un rettilineo. Non ci sono cause “tangibili”, a parte il fatto di essere esposta a forti venti laterali che potrebbero incidere sulla viabilità.

Ma se effettivamente si assiste ad un “maledetto percorso” come lo definisce il quotidiano catalano “La Vanguardia” perché ad oggi non si sono prese delle misure cautelari? Gli studenti stavano tornando dalla città di Valencia, dove ogni anno in occasione della festività di San Giuseppe, si celebra una caratteristica manifestazione popolare, chiamata “Las Fallas”. Un fine settimana organizzato dal Erasmus Student Network Spagna (rete di volontari che in ogni paese comunitario supporta gli studenti Erasmus). I pullman, in totale erano cinque. Un viaggio particolarmente low cost, andata e ritorno, Barcellona-Valencia/Valencia-Barcellona (600 km) , 20 euro a persona. La partenza notturna permette di “risparmiare” sulla notte in albergo.

Ed ecco un altro quesito che sorge: sappiamo che l’autista era solo, poiché la legge non prevede l’obbligo di un doppio conducente, ma è non è rischioso in un viaggio notturno che ci sia un solo autista? Il prezzo decisamente modesto potrebbe incidere sulla qualità del servizio? E chi ne è responsabile? L’impresa dei pullman? Chi ha organizzato il viaggio? Non si tratta di una caccia al colpevole, ma di fare chiarezza su comportamenti e azioni imprenditoriali che hanno una ricaduta diretta sulla vita delle persone.

Nei giorni prossimi, i contorni dell’accaduto saranno maggiormente delineati, ma il profondo rammarico per la perdita dei 13 giovani rimarrà inalterato.

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