Passa il ddl per i piccoli Comuni. “Controesodo” all’orizzonte
Approvati definitivamente il ddl per i piccoli Comuni e il relativo contrasto al loro spopolamento. Il 28 settembre 2017 è giunto dal Senato il via definitivo al DDL S. 2541 per favorire la crescita sociale e il relativo sviluppo eco-sostenibile, ambientale e culturale ai Comuni sotto i 5mila abitanti che rischiano di essere abbandonati e, quindi, di sparire.
Sono 5.591 municipi che rappresentano, il 55% del territorio nazionale e il 69,9% dei Comuni Italiani, popolati complessivamente da circa 11 milioni di abitanti (dati: Associazione Nazionale Comuni Italiani – Anci).
Il ddl, appena approvato che verrà riconvertito in legge, prevede l’istituzione di un fondo di 10 milioni di euro a ciascun piccolo Comune per l’anno 2017 , l’ammontare salirà a 15 milioni di euro nel 2018 e l’erogazione si protrarrà, ogni anno, fino al 2023. Spiega Antonio Decaro, presidente dell’Anci, che il disegno di legge appena approvato “individua criteri precisi per la ripartizione dei fondi tra i comuni e i territori con particolari criticità: Comuni in aree in dissesto idrogeologico, con riduzione della popolazione residente, disagio insediativo, inadeguatezza dei servizi sociale essenziali”.
Quindi investimenti per la riqualificazione urbana, recupero dei centri storici, messa in sicurezza d’infrastrutture stradali e istituti scolastici, promozione e sviluppo economico-sociale, attraverso iniziative quali l’individuazione di aree di particolare pregio grazie alla sinergia tra pubblico-privato, convenzioni per i servizi postali e i trasporti, e copertura della banda ultra-larga per l’uso di Internet.
Controtendenza dello spopolamento
Lo spopolamento dei Comuni piccoli è un fenomeno che dal 1971 al 2015 ha provocato in quasi 2000 municipalità, una diminuzione della popolazione del 20%. Al momento, informa l’Anci, ci sono 3mila Comuni che versano in gravi difficoltà. Tuttavia arrivano segnali di un’inversione di tendenza, quella che la stessa Associazione definisce il “controesodo”: tra il 2008 e il 2015 in 581 piccole municipalità si è registrato un incremento demografico del 9%. Grazie anche alle iniziative e agli sforzi dei sindaci e delle relative giunte come il famoso, nel mondo, Domenico Lucano a Riace, Giovanni Manoccio di Acquaformosa, Carlo Ferrari a Montesegale o Daniele Galliano a Bormida.
Con buone idee e buone pratiche, gli amministratori, coadiuvati dalla legge che introduce un programma di finanziamenti stabile e organico, immaginiamo e auspichiamo che il controesodo diventi una realtà consolidata, in grado di riportare la vita in tanti luoghi.
Pensiamo che i Comuni piccoli, se ben organizzati, possono offrire un’alternativa più che appetibile per molti cittadini delle grandi aree urbane, sopraffatti dai costi (in senso lato) della vita urbana non ancora “smart“, per l’inadeguatezza dei servizi, l’inquinamento e la confusione imperante.
Chissà se in un futuro prossimo non assisteremo al fenomeno contrario del decentramento abitativo, favorito dai dispositivi digitali, che permetteranno sempre più spesso di lavorare in remoto.
Foto di copertina: Riace, by Gianfranco Ferrero