Nasce il primo centro italiano di studi sulla biodiversità
Presentato il nuovo centro del Consiglio Nazionale della Ricerca (CNR) dedicato alla biodiversità presso la tenuta presidenziale di Castel Porziano, a poche decine di chilometri dal centro di Roma.
Il centro che si chiamerà, per l’appunto, Centro Nazionale di Biodiversità (National Biodiversity Future Center – NBFC) avrà sede a Palermo, con ramificazioni operative in tutta Italia posto che il suo compito primario sarà quello, oltre studiare, di conservare la biodiversità. L’Italia è uno dei Paesi più importanti dell’Europa per la concentrazione della diversità biologica con circa 60mila specie animali, 10mila piante vascolari e oltre 130 ecosistemi.
Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR, descrive così questo nuovo polo scientifico: partenariato pubblico privato formato da 50 soci, fra enti di ricerca, università, fondazioni ma anche imprese desiderose di lavorare per sviluppare una comunità scientifica e “tecnologie abilitanti” che permetteranno di recuperare, monitorare e conservare la biodiversità.
Centri di ricerca già operativi nell’ambito specifico sparsi per tutto il territorio nazionale e che attraverso il NBFC opereranno in sinergia per occuparsi e tutelare gli ecosistemi marini, terrestri e urbani e del rapporto strettamente collegato tra la biodiversità e la salute umana.
È noto, come insiste dal 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, come la salvaguardia della biodiversità sia alla base della stabilità degli ecosistemi che garantisce all’essere umano la sua salvaguardia attraverso gli elementi naturali dell’aria pulita, acqua potabile, cibo e, abbiamo imparato negli ultimi tempi, il controllo delle malattie.
Studiare e preservare il rapporto tra uomo e ambiente consentirà, spiega Carrozza, di portare dalla teoria alla pratica il concetto di One Health, ossia di salute unica, un approccio che, mirando al bilanciamento ottimale del benessere di uomini, animali e natura, richiede multidisciplinarietà e interprofessionalità
Da cui la collaborazione di migliaia di ricercatori per un investimento di 320 milioni di euro – provenienti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) – che sarà anche occasione economica attraverso le biodiversity gateway ossia lo sviluppo di tecnologie che daranno vita a startup, spinoff e che saranno a disposizione delle grandi imprese interessate a far convivere la propria attività con la sostenibilità.
La scelta di Castel Porziano, così come la data di presentazione, non sono causali: la prima è già uno dei centri di studio della biodiversità della CNR – IRET (Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri); mentre il 22 maggio ricorre, dal 2000, la Giornata mondiale della biodiversità, istituita dalle Nazioni Unite per celebrare la Convenzione sulla Diversità Biologica, trattato internazionale adottato a Nairobi in quel giorno del 1992.
Immagine: Castel Porziano (Roma) Maria Chiara Carrozza, presidente del Centro Nazionale di Ricerca, alla presentazione del ‘National Biodiversity Future Center’. Foto di CNR