Gli antidepressivi e le malattie cardiache

Uno studio internazionale smentisce il pericolo della somministrazione di farmaci antidepressivi alle persone con malattie cardiache.

Sono proprie queste ultime a costituire la quota più alta di depressi (incidenza del 30% rispetto al circa 7% della restante popolazione) che ora, secondo lo studio, potranno ricorrere senza timori di pregiudicare la situazione cardiaca – compromessa sia per infarto al miocardio. Sia per dolore toracico funzionale, sia per malattia coronarica-   alla farmacologia contro la depressione, certi di ottenere dalla stessa gli stessi risultati di persone prive di problemi cardiologici.

Farmacologia sicura anche per i pazienti con lombalgia o lesioni cerebrali traumatiche anche se potrebbe rivelarsi meno efficace.

Lo studio internazionale condotto dalle università Charitè di Berlino (Germania) e di Aarhus della Danimarca, è stato pubblicato sulla rivista specializzata JAMA Psychiatry e discussa nel corso del XXV Congresso Nazionale della Società di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf), che si è svolto a Milano  dal 24 al 26 gennaio 2024.

La patologia mentale più frequente in Italia

“La depressione è la patologia mentale più frequente in Italia, con oltre 3 milioni di persone che soffrono di sintomi depressivi e una prevalenza in ulteriore aumento a seguito della pandemia da Covid-19 – ha spiegato Claudio Mencacci, co-presidente Sinpf e direttore emerito di Neuroscienze all’Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano, come riportato dall’AGI.

La bidirezionalità

L’incidenza della depressione aumenta, dicevamo, tra i malati di patologie croniche diffuse, come il diabete o l’insufficienza cardiaca; lo mostrano, ha proseguito Mencacci, numerosi studi internazionali.

E il rapporto tra malattie cronica e depressione è “bidirezionale”: se un malato cronico – rispetto al resto della popolazione – corre maggiormente di cadere in depressione, chi è depresso ha una possibilità maggiore di sviluppare patologie croniche.

“Per questo è fondamentale avere ben chiaro quali siano le opzioni di trattamento per i pazienti con depressione e altre comorbidità” ha proseguito l’esperto.

Migliore qualità di vita, migliore pratica clinica

Si tratta, dunque, di una buona notizia, rilevante anche per la pratica clinica.

“La qualità della vita è spesso gravemente compromessa, soprattutto dalla depressione. “Sappiamo anche che il decorso della malattia fisica è peggiore nei pazienti che soffrono anche di depressione. Quindi, trattare questi pazienti con antidepressivi in aggiunta ad altre misure terapeutiche può essere davvero di grandissimo aiuto” ha concluso Mencacci.

Naturalmente l’assunzione di farmaci antidepressivi deve avvenire sotto stretto controllo medico che distingue le controindicazioni e interazioni con le altre terapie a cui è sottoposto il paziente.

Lo studio

“Questo nuovo studio colma una lacuna importante – ha spiegato Matteo Balestrieri, co-presidente della Sinpf, direttore della Clinica Psichiatrica dell’ASC di Udine, riporta ancora l’ AGI – . È basato su 176 revisioni sistematiche che hanno preso in considerazione ben 43 malattie e 52 meta-analisi riguardanti 27 diverse condizioni mediche, il lavoro conclude che gli antidepressivi sono sicuri ed efficaci anche per i pazienti che soffrono di depressione con patologie pregresse, come il cancro, le malattie cardiache e metaboliche, nonché disturbi reumatologici e neurologici”.

 

 

Immagine by tanya nova – pexels.com

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