Shamsia Hassani. Speranza e paura per l’Afghanistan

Il 31 agosto 2021 veniva completato il ritiro delle truppe USA dall’aeroporto di Kabul, dopo la presenza ventennale della coalizione NATO in Afghanistan, che aveva acceso speranze di emancipazione, soprattutto femminile, dal repressivo regime fondamentalismo islamico dei talebani.

Shamsia Hassani

Ci aveva creduto, fermamente la street artist Shamsia Hassani, attiva a Kabul fino agli ultimi giorni, oggi residente a Houston (Texas), da sempre impegnata per i diritti della donna afghana.

Con stencil e spray, raccontava, di terminare i suoi murales velocemente, in 15 minuti, in modo da sottrarsi non dagli inesorabili insulti ma da eventuali molestie, persecuzioni e arresti. Voleva contrastare l’oppressione delle donne afghane nella loro società attraverso il suo lavoro. Ma voleva anche “rendere l’Afghanistan famoso per la sua arte, non per la sua guerra”.

Nata Ommolbahni Hassani, ma nota come Shamsia, classe 1988, è stata docente di belle arti e professore associato di Disegno e disegno di anatomia all’Università di Kabul. Ha reso popolare la “street art” nelle strade di Kabul e ha esposto le sue opere in diversi paesi tra cui India, Iran, Germania, Stati Uniti d’America, Svizzera, Vietnam, Norvegia, Danimarca, Turchia, Italia, Canada e in missioni diplomatiche. a Kabul.

Oggi, da Houston, Shamsia continua ad occuparsi dell’Afghanistan. In coincidenza con l’appena proclamata legge talebana Promuovere la virtù e prevenire il vizio (della quale parliamo di seguito) ha pubblicato su Instagram una serie di disegni che ha chiamato Speranza e paura, accompagnata dal seguente commento: “Voglio che tutto il mondo veda questi dipinti. Li ho realizzati per aiutare la mia gente a modo mio, per essere voce per le donne del mio paese e per tutta la mia gente. Voglio che il mondo aiuti l’Afghanistan ad essere libero”.

Mentre gli afghani muoiono di arretratezza e, letteralmente, di fame nell’indifferenza generale, il minimo che si possa fare è diffondere, come richiesto da Shamsia, il frutto della sua matita, l’arma degli artisti più temuta.

Il ritiro

Nel 2021, il ritiro delle truppe USA e della coalizione NATO era iniziato a maggio, dopo vent’anni di permanenza, dagli attentati del 11 settembre 2001 a New York.

Il successivo 15 agosto a Kabul erano già tornati i Talabani, la formazione politica – militare fondamentalista islamica, deposta nel 2001 ma mai del tutto doma, e che nel corso del ritiro, disorganizzato e disorganico, incontrò scarsa resistenza e riconquistò il potere. Rovesciò il presidente Ashraf Ghani, che era già fuggito dall’Afghanistan così come il presidente della Camera del Popolo Mir Rahman Rahmani e facilmente sconfisse le Forze Armate dell’Afghanistan addestrate in gran parte dalla NATO a guida statunitense.  La sera dello stesso giorno i Talebani occuparono l’Arg, il Palazzo Reale di Kabul, e issarono la loro bandiera. Il 19 agosto gli Studenti Coranici proclamarono la restaurazione dell’Emirato Islamico dell’Afghanistan.

Indimenticabili le tragiche immagini di quei giorni, con migliaia di civili riversati all’aereoporto di Kabul in cerca di una via di fuga dal Paese, con persone che si aggrappavano ai carelli degli aeri ma cadevano nel vuoto poco dopo il decollo. Fu una corsa disperata fino al 31 agosto.

Da allora la popolazione Afghana vive una crisi economica e umanitaria senza precedenti e a soffrine è soprattutto la parte femminile, esclusa da ogni forma di vita sociale, dopo i progressi, seppur a piccoli passi, che aveva compiuto negli ultimi 2 decenni.

Promuovere la virtù e prevenire il vizio

Proprio in questi giorni giunge la notizia della promulgazione di una legge che limiterà ulteriormente la libertà degli afghani, prevedendo l’applicazione rigorosissima della Sharia* e le più colpite sono, inevitabilmente le donne.

Il titolo dato al provvedimento legislativo – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – è molto esplicito: Promuovere la virtù e prevenire il vizio (da alcuni giornali già indicato con l’acronimo PVPV). Così come è esplicito la quantità di articoli che lo costituiscono, ben 35, alcuni dei quali emanano divieti già noti, ma la cui promulgazione incrementerà il controllo sulla popolazione, perché governano ogni aspetto della vita privata e lavorativa di ogni individuo.

Decise anche le sanzioni: dall’avvertimento verbale, all’arresto senza processo o in caso, in caso di recidiva, con processo rischiando pene efferate.

 

  • *sharia: sharī‛a – legge sacra dell’islam, qual è dedotta dai quattro ‘fondamenti del diritto’ (uṣūl al-fiqh): il Corano, la sunna o consuetudine del Profeta, il consenso (iǵmā‛) della comunità musulmana, e il qiyās o deduzione analogica. Si distinguono nella s. le norme riguardanti il culto e gli obblighi rituali da quelle di natura giuridica e politica. In alcuni Stati islamici la s. può essere considerata legge civile e penale. (Da Treccani)

 

 

Immagine: la street artist Shamsia Hassani accanto a uno dei suoi famosi murales che vedono sempre la donna afghana protagonista

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