Psicologi esperti studieranno gli effetti dei social sui minori
L’Agenzia governativa Federal Trade Commission (in sigla Ftc – Commissione federale per le comunicazioni) degli Stati Uniti nel 2024 assumerà psicologi per studiare gli effetti dei social media sui minori. Si tratterà di professioni esperti nella materia e che già collaborano con associazioni e organizzazioni.
Lo ha annunciato il commissario dell’Agenzia, Alvaro Bedoya a Recorded Future News in una recente intervista, come riferisce l’Ansa.
Tale decisione arriva alla viglia del voto in Senato per il disegno legge The Eyes on the Board Act, presentata dai rappresentati repubblicani, Ted Cruz, Ted Budd e Shelley Moore.
Se approvato, il provvedimento introdurrà una nuova legislazione, volta a regolare l’utilizzo delle piattaforme nelle scuole.
Il disegno di legge
Il disegno di legge Eyes on the Board, nello specifico, propone di impedire agli istituti che ricevono finanziamenti federali per la banda larga, l’accesso dei minori ai social media.
Secondo il senatore Cruz, forse con termini eccessivamente drammatici, “le app di social media che creano dipendenza e distraggono, stanno invitando ogni forza malvagia del pianeta nelle aule, nelle case e nelle menti dei bambini, offrendo a coloro che vogliono abusare o danneggiare i bambini l’accesso diretto per comunicare con loro online. Il minimo che possiamo fare è limitare l’accesso ai social media a scuola in modo che i sussidi dei contribuenti non siano complici nel danneggiare i nostri figli.
“L’Eyes on the Board Act – conclude il senatore – è una soluzione basata sul buon senso per proteggere i nostri ragazzi in classe e fornire ai genitori la trasparenza necessaria per sapere che i loro figli sono al sicuro”.
Il disegno di legge gode di un ampio sostegno. Dal sito del senatore Budd apprendiamo alcuni dei nomi delle istituzioni e associazioni che l’ appoggiano, quali: American College of Pediatricians, Parents Defending Education Action, Heritage Action, American Principles Project, Family Policy Alliance, American Association of Christian Schools, International Association Christian Schools, Unione delle Congregazioni Ebraiche Ortodosse d’America, Istituto per gli Studi sulla Famiglia, Donne preoccupate per l’America, Progetto Bull Moose.
Meta sotto attacco in 42 Stati
Le accuse
Nel frattempo, sono arrivati a 42 gli Stati statunitensi che hanno mosso causa a Meta Platforms, imputando le sue applicazioni, Facebook e Instagram, di possedere funzionalità che creerebbero dipendenza tra i bambini e gli adolescenti. Si tratterebbe del cosiddetto scroll infinito procurato dal semplice “mi piace”, quindi ricevimento continuo di notifiche fino a precisi algoritmi che indurrebbero i giovanissimi e i giovani (ma non solo) a tornare continuamente sui social.
Sotto accusa anche i filtri per le foto che insieme ai “mi piace” si rivelerebbero promotori del disturbo di dismorfismo corporeo, un disturbo mentale per il quale si investe molta energia e molto tempo, a preoccuparsi del proprio aspetto e a detestarlo sebbene sia normale
Infine Meta è accusata anche di aver violato la Children’s Online Privacy Protection Act, raccogliendo dati di utenti minori di 13 anni senza il consenso dei genitori.
Il procuratore generale della California Rob Bonta ha spiegato che le denunce degli Stati derivano da un’indagine a livello nazionale annunciata nel novembre 2021, e avviata dopo che una dipendente di Meta, Frances Haugen, trasmise ai media più di 20mila pagine di documenti interni dell’azienda dai quali si evincevache il gigante di Silicon Valley avesse anteposto il profitto alla sicurezza degli utenti, come testimoniò nel 2021 davanti a legislatori europei e statunitensi.
La difesa
Meta si difende sostenendo di aver sviluppato e attivato più di 30 funzionalità a supporto degli adolescenti e per facilitare i genitori nel “dare forma” all’attività online dei propri figli.
Inoltre si lamenta e si dichiara “delusa” per il fatto che i procuratori generali abbiamo messo Meta sotto attacco invece di adoperarsi, per trovare soluzioni adeguate, considerando la popolarità di altri applicazioni come TiKToK, YouTube e Snapchat.
Immagine: by Max Fischer – pexels.com