IAC. La prima edizione del Gran Premio di macchine senza pilota

Il 23 ottobre 2021 per la prima volta al mondo macchine senza pilota hanno gareggiato a un Gran Premio automobilistico; si tratta dell’Indy Autonomous Challenge (IAC), alla sua prima edizione che si è svolto nel circuito dell’’Indianapolis Motor Speedway, con l’ambizione di diventare una realtà parallela e complementare al motor sport classico.

A vincere il team composto dalla TU_Muenchen (Technical University of Munich) l’università pubblica di ricerca di Monaco (Germania) con le auto da corsa Dallara AV-21.  Ai primi arrivati il premio di 1 milione di dollari.

Challenge ossia sfida, come questa novità assoluta che unisce gli sforzi di università e aziende e che sabato prossimo saranno ai nastri di partenza, con i monoposto a guida autonoma realizzate dalla Dallara, l’azienda italiana con sede a Varano de’ Melegari (Parma), specializzata nella costruzione di automobili da competizione e tra gli ideatori della gara.

Tra gli sponsor principali della competizione figura Energy System Network (ESN) associazione tra aziende, università e lo Stato di Indianapolis.

ESN e Dallara hanno concepito il progetto IAC anni fa, ha raccontato Andrea Pontremoli a FormulaPassion.it con lo scopo “di promuovere lo sviluppo di tecnologie che aiutino a ridurre le emissioni attraverso collaborazioni esterne”.

Se Dallara ci ha messo i veicoli, Microsoft ha procurato il software e ADLINK ha fornito i servizi di comunicazione intermediale. Complessivamente 9 team  di 9 Paesi e 21 università  del mondo coinvolte; 3 sono italiane, il Politecnico di Milano e gli atenei di Modena e Pisa, queste anche come parti di altre squadre che formano il team europeo.

I monoposto sono modello IndyCar che l’azienda italiana produce dalla fine degli anni Novanta per l’Indy Racing League, il maggior campionato automobilistico statunitense.

“La stessa macchina che corre nell’Indy Lights per quanto riguarda telaio, motore, cambio e tutto il resto – ha spiegato Andrea Pontremoli – modificata per accomodare sensori, radar, lidar, computer e tutto quello che serve per attuare i controlli normalmente comandati dal pilota”.

“In assoluto il monoposto più veloce nel mondo del motorsport. Sono auto che superano i 400 km/h e fanno i 360 km/h di media” ma prive di pilota (poco male se in caso d’incidente si danneggeranno i computer) la sicurezza della gara è rivolta al circuito. “Le barriere che si trovano a Indianapolis sono strutture protettive che assorbono energia, con dentro del foam, delle schiume che si deformano per assorbire energia e impedire che la macchina, prendendo un ostacolo rigido, possa decollare e finire in mezzo al pubblico”.

Sviluppo del “trasferimento tecnologico” dicevamo ma soprattutto sviluppo dell’open innovations a metodo è quel che si aspetta Pontremoli dall’inedito Gran Premio, perché “prendere il mondo intero cui illustrare il progetto, investire e poi scegliere le idee migliori (com’è accaduto per realizzare e organizzare l’IAC, ndr) è il concetto di open innovations all’ennesima potenza. Secondo me un metodo validissimo”.

Gli interessati hanno potuto seguire la gara in diretta streaming qui, dalle h. 13 del 23 ottobre 2021.

 

Immagini: 23 ottobre 2021, Circuito di Indianapolis (Usa), prima edizione dell’ Indy Autonomous Challenge  per veicoli a guida autonoma, il team vincitore TU_Muenchen (Technical University of Munich)  auto, italiana, Dallara AV-21, dal modello  IndyCar (nella foto 2) che l’azienda omonima produce dagli anni Novanta 

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